Era già tutto previsto fino a quando tu ballando,
mi hai baciato di nascosto mentre lui che non guardava
agli amici raccontava delle cose che sai dire
delle cose che sai fare
nei momenti dell'amore
Ci sono canzoni che raccontano vite, momenti, sensazioni. Parole dialoganti con le note, distese su un foglio che le sputa fuori, a voce alta, gridate nella speranza di essere colte e non solo fischiettate. Era quello che succedeva un tempo alle poesie, quando nei secoli precedenti venivano accompagnate dalla musica, ed è quello che succede anche oggi, quando alcuni testi sono più poetici di altri. E non si tratta solo di una questione di stilistica o metrica, di metafore o similitudini, ma di ciò che smuove quelle sensazioni che la combinazione di suono e parola può provocare.
A volte queste sensazioni possono liberarsi solo se nell'ascoltatore colpiscono il profondo, svincolano ricordi ed emozioni lasciate congelate, smuovono sentimenti imprigionati nell'inconscio. Altre volte passano indifferenti, e non ce ne accorgiamo.
Era tutto già previsto è una canzone che mi provoca qualcosa che va oltre il piacere generato dalla buona musica. Ho scoperto questa canzone qualche anno fa,grazie ad un'amica, in un viaggio autostradale verso quello che sarebbe stato il primo e unico matrimonio di un amico a cui abbia finora partecipato (il che la dice lunga su come stanno messi i trentenni odierni. Non si sposano più). L’abbiamo ascoltata infinite volte, e cantata, e ricantata e ancora ascoltata. Il testo è crudo, disarmante, un testo vero, che racconta dell’amore sofferto, del suo inizio, della fine, di quanto possa far soffrire. Riccardo Cocciante ha questo potere, coniugare parole che da sole avrebbero detto poco dal punto di vista poetico e musica carina ma non da oscar in un’associazione perfetta, semplice da ascoltare, immediato da comprendere, possibile da sentire. Dal risultato che non è la somma di testo e musica, ma molto di più.
Ascoltare, perché si tratta di un suono percepito, di voce o strumento musicale, di un qualcosa di immediato da amare o odiare, di eufonico o cacofonico. Di ripetibile, orecchiabile, fischiettabile.
Comprendere, perché bisogna saper collegare le parole alle esperienze, individuare una pista per interpretarle, andare oltre il primo e più immediato significato, non fermandosi davanti a facili soluzioni.
Sentire, perché non c’è una spiegazione pura ma quando si sente, si sente. Si prova una sensazione ( anche qui notare l’etimo di sensazione, senso, sentire) che prende il corpo, il fisico, il cuore, la testa, la pancia……..perchè la poesia non serve solo comprenderla, bisogna sentirla, collegarla al proprio vissuto, farsi travolgere da essa.
Non c’è un verso di questo testo che non mi porti a situazioni realmente vissute, del passato o del presente, che se stimolate riaffiorano, fino al punto di sentirmi molto vicino al cantautore, che in questa canzone come in molte altre si mette a nudo dimostrandoci di come per l’amore si soffra in modo disperato, folle, maledetto.
Era tutto già previsto. Anche questa volta.