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lunedì 5 aprile 2010

Quando i media si trasformano



L' M.I.T è un posto speciale. Le migliori menti del mondo se ne stanno lì, a volte in una quasi assenza di socialità, a sperimentare tecnologie e algoritmi che spiegano le più grandi innovazioni o scoperte dei nostri tempi. E' una sorta di tempio del progresso, qualcosa che supera Harward perchè più che posto dove studiare è un posto dove inventare e innovare. Giovani ricercatori a cui sono affidati milioni e milioni di dollari per sperimentare le loro idee. Henry Jenkins al MIT ( da pronunciarsi emmaitì) è direttore del Comparative Media Studies Program dove si occupa del rapporto tra cultura umana e nuove tecnologie,oltre ad essere autore di numerosi saggi di successo. In questo nuovo libro, con piglio decisamente anglosassone, il prof. Jenkins analizza un presente dominato da un cambiamento in atto in cui le nuove tecnologie la fanno da protagoniste. Un cambiamento che non è solo sulla carta e riferito alla tecnologia, ma alla ripercussione che sta avendo sugli individui. Sta cambiando il modo di imparare, di informarsi, di valutare le cose, di interagire con i propri simili, di organizzarsi la vita. Un cambiamento talmente veloce che rimanere al passo e aggiornasi è diventato per alcuni un vero e proprio lavoro. Per altri, invece, la tecnologia è passata vicino sfiorandoli e non coinvolgendoli. Si tratta spesso di soggetti deboli o tutelati per i quali non è fondamentale adeguarsi. A volte si tratta di soggetti privilegiati, che possono permettersi di stare lontano da un mondo che li spaventa. Questo libro è come una sorta di reportage, i cui soggetti non sono i mezzi di comunicazione ( internet, telefonini, sms, mail....)ma coloro che li usano per comunicare, cioè noi. E' buffo ma quasi non ce ne rendiamo conto, anzi direi che non c'è minimamente la consapevolezza di quello che sta accadendo poichè quando ci sono grandi rivoluzioni coloro i quali le stanno vivendo non se ne accorgono nemmeno. Ma questi ultimi anni stanno segnando un'epoca, o meglio un vero e proprio periodo storico. Fra mille anni segneranno il 2000 come il momento in cui comincia l'interconnetività, l'abolizione delle barriere che segnano le distanze geografiche, l'esplosione del multitasking intesa come capacità di fare e pensare molte cose contemporaneamente, sebbene lontanissime tra loro per analogie o forma. Un mondo che ci condiziona molto ma non ancora troppo, che procede a velocità separate a seconda del luogo e della condizione sociale che si trova. La scuola ne ha paura, molta paura, il mondo del lavoro la declama ma non la riesce a sfruttare, l'emotività e la socialità delle persone oscilla tra i vantaggi che riesce ad assicurarsi e le terribili ( talvolta) conseguenze a cui tutto ciò può portare. E' una sorta di prova per l'homo filosoficus attuale, individuo pensante e problematizzante continua ad autosottoporsi. IN questo libro si arriva alla radice di molti equivoci estirpandoli, individuando il vero problema e arginando al di fuori le banalità che ogni giorno si producono.
Simone Ariot

19 commenti:

  1. Eccoci dunque arrivati al nocciolo della questione; lo scopo ultimo di questo blog: evidenziare il cangiamento che il rapporto scuola-informatizzazione sta avendo, e contribuire in bene a quest ultimo. Personalmente, esprimo tutto il mio favore alla questione. Tornando all'argomento del post, ovverosia le imperscrutabili rivoluzioni della tecnologia; sarà che essendo nell'ambiente scolastico le percepiamo in piccola parte (vedi post), sarà che in Italia le novità arrivano mesi dopo la loro attuazione, ma io non mi sento poi tanto immerso in questo flusso enorme e inarrestabile di cambiamenti che, poco a poco, transistor su transistor, stanno sconvolgendo e facendo aprir diatriba alla comunità. Ma in fondo, è lecito chiedersi perchè alcune delle innumerevoli modernizzazioni attuali fanno notizia, addirittura scandalo; ed altre passano omertosamente la dogana e si insinuano nel nostro vivere comune. Ebbene a mio avviso ciò è dato dal settore cui appartengono: una novità culinaria o legata al settore difficilmente causerà dibattiti (eccezion fatta per la cucina molecolare); mentre un’innovazione legata alla clonazione umana porterà senza veruna ombra di dubbio dibattiti. E probabilmente l’aumentare in numero di scoperte “inammissibili” avrà ripercussioni negative sull’opinione pubblica legata alle innovazioni, rallentandole l’assimilazione, di qualunque settore; per quanto poco (chissà se ciò è citato nel libro, a meno di essere una considerazione troppo scontata). Non di meno, è complice anche la mentalità di chi deve aderire a queste innovazioni; guarda un po’ chi meno progredisce è chi pensa di potersela cavare anche senza, ancora legato alla vita delle generazioni passate, il cui mondo era meno esigente in questi termini. Prendiamo ad esempio la Chiesa: mai nei secoli scorsi si era sentito il bisogno di cellulari, poiché il trasporto di missive era benvolentieri assegnato a corrieri; ma al declino di questi ultimi come professione (miglioramento dello status sociale medio globale) pure la plurimillenaria Chiesa è dovuta passare ai telefoni cellulari. E lo stesso vale per la scuola: se in passato riusciva a formare generazioni di studenti (perlopiù manovali) senza l’uso di computer alcuno, perché utilizzarlo? Ma l’ormai ammodernata domanda delle famiglie degli studenti, vista l’utilità che i sopraccitati macchinari avevano, pure smosse quello che si credeva ormai un comprovato metodo d’insegnamento. Tuttora vari insegnanti storcono il naso davanti all’idea di lezioni coadiuvate dal pc; ma senza fare il nome dei peccatori possiamo fornire un consiglio spassionato: fornitevi di elasticità mentale, perché al giorno d’oggi ne è requisita parecchia (e non solo dagli insegnanti…). Lascio altre considerazioni in merito ai miei esimi colleghi.
    By L.D.Z.

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  2. Beh, sembra che Luca abbia detto praticamente tutto.

    Tuttavia, non sempre la tecnologia è usata nel modo appropriato (sia chiaro intendo computer, televisione e cellulari, non macchine clonatrici o robe simili), alle volte vi è un abuso, soprattutto da parte dei giovani. L'altro giorno mi sono perso per la provincia e sono finito a Quinto vicentino, lì mi sono fermato un attimo e mi sono passati vicino tre bambini, che penso abbiano avuto massimo dieci anni, col cellulare in mano che discutevano e si confrontavano in materia, e uno aveva cambiato ben tre cellulari! la cosa mi sembra assurda e mi ha fatto anche un po' rabbia, sti tre [...] invece di andare a fare un giro (fra l'altro era una giornata splendida) o giocare a calcio o simili stavano lì a discutere di quanti cellulari avevano cambiato credendosi grandi (e parlando come tali). Secondo me un bambino non dovrebbe mai e poi mai possedere un cellulare. La tecnologia è un bene se usata nelle giuste quantità, se uno poi esagera... beh a voi il giudizio.

    Stefano

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  3. Caro Stefano, i genitori di quei 3 bambini meritano di prenderne tante!!!
    Fossi stato in centro, ma eri a Quinto vicentino dove c'è ancora una bellissima campagna intorno all'argine e numerose ville venete, come quella del Palladio che ora ospita il comune. Chissà se i genitori di quei bambini ne hanno mai parlato a casa, di questa presenza palladiana in paese. Probabilmente no, forse non sanno nemmeno chi sia Palladio. saranno stati 3 padri buzzurri, boari e arricchiti, oppure finti ricchi, o finti poveri quando c'è da pagare le tasse.....
    insomma oggi sono incazzato con tutti, e questi tre genitori mi danno ancorapiù fastidio del solito.
    Buona giornata a tutti

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  4. Sono pienamente d'accordo con Stefano: a dieci anni non si può sprecare il proprio tempo a discutere di quanti cellulari si hanno già avuti! Io a dieci anni giocavo ancora e mai e poi mai avrei pensato di chiedere ai miei genitori un cellulare in regalo e sicuramente loro non hanno mai pensato di regalarmene uno a quel tempo. Proprio ieri, in un bar, ho visto un bimbo che avrà avuto sei-sette anni con le cuffiette nelle orecchie tutto impegnato a selezionare canzoni diverse nel suo I-Pod: sembrava perso in un altro mondo e non aveva niente a che vedere con ciò che dovrebbe essere un bambino che al massimo frequenta la seconda elementare. Mi rendo conto che molte volte la tecnologia ci “rimbecillisce” perché inconsapevolmente ,ne abusiamo non rendendoci più conto che quello che stiamo facendo va ben oltre l'utilità di quella cosa. Conosco alcuni imprenditori di una certa età che rifiutano nettamente l'introduzione del computer nella gestione delle loro imprese perché lo ritengono altamente superfluo dato che la loro attività va avanti già da molti anni ancor prima che esistessero i computer; ci si trova davanti a diverse categorie di persone: alcuni che sembrano non poter vivere senza la tecnologia, altri che ne fanno uso ma solamente perché gli è utile, altri ancora addirittura non vogliono saperne e ne negano l'esistenza e l'utilità.
    Alessia Zaroccolo

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  5. L'ingresso di nuove tecnologie è, secondo me, fondamentale nella società odierna. Senza tutta questa tecnologia saremo ancora fermi al 1800 con tutti i problemi che ne perseguono (vedi sanità, comunicazioni, ecc...). Stà di fatto che, però, le nuove tecnologie stanno sempre più prendendo il sopravvento nella nostra vita quotidiana. A volte sembriamo degli automi e questo non va bene soprattutto per i più giovani (intendo l'età tra i 9-10 anni). Essere già catapultati nel mondo dei grandi a quelle età non può far altro che nuocere ad un bambino. Comprando troppo precocemente un cellulare o un computer può seriamente minare l'infanzia dell'interessato. Ovviamente altri problemi legati all'avanzamento delle tecnologie riguardano un po' tutti ma stare qui ad elencarli sarebbe un'impresa alquanto deficitaria...

    Alessandro Bregalda

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  6. La nuova tecnologia e le innovazioni hanno sempre degli aspetti sia positivi che negativi.
    Nel caso dell'utililizzo di nuove tecnologie da parte dei bambini credo che sia sicuramente sbagliato da una parte. Per esempio l'utilizzo di un PC da parte di un bambino senza adeguati limiti, può porre il bambino davanti a delle cose a lui sconosciute e pericolose che potrebbero mettere nei guai magari i genitori poco responsabili. Ma se ad un PC noi limitassimo la navigazione online e istallassimo dei software istruttivi noi potremmo fare anche del bene al bambino.
    Come questi ne potremmo fare moltissimi altri di esempi, comunque rimane il fatto che le nuove tecnologie sono indispensabili per avanzare in tutti i tipi di attività, soprattutto nella scuola, perché
    se non ci abituiamo all’utilizzo di nuove tecnologie già nel nostro percorso scolastico rischieremo di entrare in un mondo del lavoro già avanzato che non può permettersi di aspettare il nostro aggiornamento all’utilizzo di nuove tecnologie.

    Lombarda Diego

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  7. --Nel post c'è scritto multitasting (Assaggiare molte cose contemporaneamente) invece di multitasking (Effettuare molte operazioni contemporaneamente--

    La tecnologia atta alla comunicazione (Cellulari / Internet... ) poteva essere il passo decisivo che avrebbe estirpato l'ignoranza. Un uso sbagliato, ma che fa assai più figo, di essa ha completamente stravolto le funzioni di un cellulare, o di Internet. Usando come esempio l'iPhone potremmo dire che così come una torta ricca di glassa e zuccherini sopra, ma il cui impasto è sempre il solito, duro e amaro, l'iPhone è un telefono che svolge delle funzioni che variano dal chiamare al fare da navigatore satellitare, dal essere colmo di giochini stupidi al ballare la mazurca. Peccato che le ultime due funzioni siano completamente inutili.

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  8. ormai ragazzi avete già detto tutto..non posso che aggregarmi a voi e dire che le nuove tecnologie sono molto utili se usate con parsimonia e per vero bisogno. Non per farsi vedere e poter dire "io ho l'i-phone" o l'ultimissimo modello di computer..ragazzi..non sono quelle le cose importanti nella vita.:) pensateci su..devo scappare prima che la linea cada..anche se ci sarebbe tanto altro da scrive..maledetta Telecom(i problemi di internet XD).
    Elia Bonetto

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  9. Eh si, a quanto pare avete detto tutto, ma voglio ugualmente esprimere il mio parere in merito. La tecnologia al giorno d'oggi gioca un ruolo assai importante nella nostra società, costituisce infatti il mezzo per includersi in essa. Ovviamente per adattarsi al suo avanzamento bisogna farne uso, ed è proprio questo che è pericoloso. E' infatti una cosa positiva che l'uomo cerchi di superare o quantomeno raggiungere i suoi limiti per mezzo delle tecnologie, è positivo il tentativo dell'uomo di realizzare qualcosa di concreto e utilizzabile da tutti, ma non è affatto positivo il modo con cui i giovani( e non) si approcciano alla tecnologia. Faccio un esempio per spiegarmi meglio: molte persone usano il computer 5 ore al giorno ma questo utilizzo consiste nel giocare, andare su facebook,netlog e compagnia bella, consiste quindi nel fare cose poco utili ( a che cosa può portare di positivo il finire un gioco 82 volte???), e proprio per questo l'approccio di queste persone è sbagliato, perchè così finiscono per diventare dei computer dipendenti, ma in modo negativo. Se una persona utilizza invece un computer 5-6 ore al giorno ma ad esempio per lavoro, o per fare cose utili, allora questo è un approccio positivo verso la tecnologia, perchè porta a dei risultati concreti e utili. Il caso descritto da Stefano secondo me è negativo ma non è da considerare scandaloso, almeno io non lo considero come tale, in quanto sono consapevole che i vecchi tempi nei quali ogni giornata soleggiata era buona per giocare fuori stanno per finire e non mi stupisco di ciò, dopo aver visto le nove generazioni che stanno venendo fuori. Il brutto di quei bambini è che non sanno neanche cosa maneggiano, per così dire, ovvero a quell'età un telefono cellulare lo possono usare solo per giocare ( e qui si torna a quanto detto prima) oppure per farsi fighi con gli amici. Mio cugino ad esempio, va in prima media e ha già un cellulare, ma ho potuto constatare di persona che lo usa solo per farsi figo con gli amici, infatti dentro ha solo immagini dei cartoni animati e giochi e non lo usa per altro.

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  10. La tecnologia è un'elemento essenziale nelle nostre vite, intendendo con "nostre" quella mia e dei miei compagni. E' infatti indispensabile avere un computer e una connessione Internet per seguire il nostro progetto. Anche se non sfrutta le tecnologie d'ultima generazione, nel nostro piccolo stiamo facendo cambiare qualcosa. Sarebbe stato impensabile anche solo cinque-dieci anni fa intraprendere un lavoro come il nostro.
    Per il resto, penso che sia già stato espresso quanto inerente all'argomento.

    Federica Magnabosco

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  11. Credo che il vero problema del progresso tecnologico sia che , i nuovi mezzi di comunicazione, i nuovi modi di vivere, i nuovi costumi che la società sta piano piano inglobando e i nuovi modi di essere stanno rischiando di plasmare una generazione malata , spinta da un meccanismo perverso e irreversibile a considerare "di vitale importanza" essere sempre aggiornati su qualunque cambiamento la tecnologia sviluppi.

    E' vero, la tecnologia e il progresso apportano migliorie alla vita, ma rischiano di limitare le scelte di chiunque non voglia essere costantemente aggiornato.

    Francesca

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  12. Sembra che io sia arrivato un po' tardi questa volta e mi trovo veramente in crisi nel scrivere qualcosa di nuovo! E' già stato detto molto (e faccio i complimenti a Dal Zovo per il suo commento!), potrei solamente aggiungere un paio di considerazioni personali riguardo la gioventù e la tecnologia. Una volta ai bambini si regalava il pallone da calcio dell'ultimo mondiale o europeo, poi si è passati al Nintendo 64, in seguito al Gameboy, adesso ormai qualcuno si fa regalare un cellulare nuovo ogni due mesi... contento lui! Cioè, io non sono contrario a dare cellulari, I-pod e videogames ai bambini, d'altra parte sono cresciuto anch'io giocando a Pokémon da quando avevo 6 anni: il problema non sta tanto nel POSSEDERE la tecnologia, ma bensì nell'USARE la tecnologia! Fa sempre comodo saper fare una telefonata con il cellulare e nei momenti opportuni può essere un toccasana anche ascoltare musica con le cuffiette (certo non in una giornata soleggiata!), ma devono essere i genitori a supervisionarne l'utilizzo e a mettere quel limite di un'ora massimo due davanti a cellulare e compagnia bella, altrimenti si finisce con l'abuso e vari problemi salutari, dall'obesità dettata dalla sedentarietà a problemi agli occhi, alla schiena eccetera.

    Luca Mattarolo

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  13. Ben detto Luca. Mi piace molto la differenza tra possedere la tecnologia e saperla usare. Penso ai cellulari ad esempio. Ogni giorno ne esce uno nuovo. Smartphone da 500 euro sempre connessi, con mille funzioni e infinite applicazioni. Sono una figata, lo ammetto, ma per esperienza so che nessuno li sfrutta mai in modo intelligente. Penso ad esempio ai Blackberry, telefoni nati per chi ha necessità di ricevere molte mail, che sono sempre più usati da quelle persone che vogliono mostrare al mondo di averne bisogno ma che in realtà non riescono a sfruttare. Io ho un Nokia 1110, comprato due anni fa a 29 euro. Prima ne avevo un uguale, poi perso, sempre da 29 euro. Più indietro vado con il tempo più mi rendo conto che i telefoni che possedevo erano più potenti e pieni di funzioni. Paradossalmente quando studiavo all'Università avevo delle bombe di telefoni, paragonabili all'I-phone di adesso, ma non me ne facevo nulla. Ora, che sono più grande, lavoro, e avendo tre lavori ho bisogno costantemente di essere connesso, paradossalmente uso un telefono entry level. Mi diverto molto a vedere le facce di molte persone, quando vado a quelle classiche riunioni di lavoro in cui ognuno posa il suo super telefono da 500 euro sul tavolo e io metto il mio cessetto da 29 euro. Tutti mi guardano come se fossi uno sfigato. Per me è un divertimento, soprattutto quando mi rendo conto che questi nonostante abbiano un navigatore nel telefono riescono a perdersi, nonostante abbiano un'agenda integrata si dimenticano gli impegni, e nonostante la possibilità di leggere le mail comunque nessuno gliene manda. Sono tutte cose divertenti.

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  15. Effettivamente posso solo che concordare con i miei compagni. Posso dire solo che anch'io, fino a 10 anni non ho avuto il telefono e quel mio primo telefono(il qualle aveva la memoria interna si e no di un mega, senza bluetooth, fotocamera ecc...) l'ho cambiato solo per due motivi princippalmente: la batteria durava sì e no due ore e in più ogni tanto si spegneva da solo. Comunque quello che ho adesso non ha niente di "ipertecnologico" ma come cosa positiva ha il pregio di essere fino e leggero, ma con i tasti ben premibili( non come il Nokia N70 con il quale non riesco a mandare un messaggio in meno di 5 minuti...). Secondo me avere un telefono dietro può essere utile a cominciare dalla prima media o al massimo dalla 5a elementare: prima si è ancora troppo legati ai genitori per aver bisogno del telefono se fai tardi o cose simili...Quindi mi ritrovo pienamente d'accordo con Luca quando dice che "il problema non sta tanto nel possedere la tecnologia, quanto nell'usarla."
    Matteo Lazzari

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  16. La tecnologia ha avuto un inizio e avrà anche una fine. Si arriverà ad un certo punto in cui non sarà possibile migliorarla ulteriormente e si avrà un declino.
    Conosco tanta gente che senza il cellulare non durerebbe neanche 5 minuti...vorrei vedere cosa farebbe in un isola deserta!!!
    Al giorno d'oggi dipendiamo troppo dalla tecnologia, pendiamo 'dalle sue labbra'.
    Mi pare innaturale.
    Samuele Saggiorato

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  17. Anche io ho avuto il mio primo cellulare circa a nove-dieci anni e quando ci penso dico: <>. Al giorno d'oggi si hanno tantissimi gadget come wi-fi, internet, sistemi operativi, cellulari che si aprono come un computer... Insomma chi più ne ha, più ne metta... Ma la tecnologia cambia talmente velocemente che anche se si compra l'ultimo modello oggi, tra massimo un anno è già ampiamente superato.
    Conviene quindi comprarsi il meglio sul mercato? Davvero è utile o è solo per "tirarsela" con gli altri anche se lo usi solo per telefonare o mandare messaggi?
    Bisogna, secondo me, almeno riflettere e fare i propri conti...

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  18. Le nuove tecnologie hanno lati positivi come per esempio poter parlare con persone distanti o essere sempre aggiornati sui cambiamenti del mondo, tuttavia l’esagerato uso di telefoni, computer ecc ecc non è positivo perché oltre a scombussolarti fisicamente, a volte crea disagi sentimentali per colpa di false relazioni.
    Io credo che, come ogni cosa bisogna trovare un equilibrio. Non dobbiamo dipendere da stupidi social network, ma nemmeno possiamo estraniarci dal mondo circostante.


    Marta Iselle

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  19. Sono pienamente d'accordo con i commenti fatti fin'ora. Infatti i ragazzi d'oggi non si divertono più a fare un giro in bici, a giocare a nascondino ecc.. Il loro unico sfogo sono i videogiochi. Con queste nuove tecnologie, inoltre, ti permettono di connetterti con una persona molto lontana ma, magari non sai neanche come si chiama il tuo vicino di casa. Le nuove tecnologie si sono molto utili e permettono una vita migliore, ma se usate in modo eccessivo e sbagliato, rischiano di farti vivere in un mondo parallelo creato non dall'immaginazione dei ragazzi, bensì dai videogiochi.

    Kristian Ristov

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