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sabato 6 aprile 2013

Arcangelo Persano, un gallo che non smette mai di cantare







A volte i galli cantano  in pieno centro storico. E non solo alle cinque di mattina. 
Possono farlo con le parole e ancor più con i pennelli. Su tela o su cartone. Su vecchie tavole o scatole in disuso. L'importante è che cantino, a ritmo vario e colorato.                E Arcangelo Persano, a modo suo, fa cantare i galli  ogni giorno, da oltre 80 anni.
Tarantino e vicentino d'adozione, autodidatta poi divenuto allievo di Otello De Maria, è un artista nel dipingere e nel vivere. Disegna galli, nient'altro.
Scelta di marketing o inconscio che parla attraverso la pittura, i galli di Arci Persano nascono così, uno dopo l'altro, nelle vecchie scuderie di un palazzo in centro storico a Vicenza, in Contrà San Marco 41. Le porte dello studio sono decorate e dipinte da galli, mentre all'interno stazionano quadri, vecchie scatole, materiale d'ogni genere che non muore mai.
Riutilizzo, recupero, rinascita. Parole chiave nell'arte di Arcangelo Persano, che nasce dal disegno, e non dalla pittura, come ama sottolineare.
Arcangelo Arci Persano, nel suo studio
in Contrà san Marco 41, a Vicenza
 Una vita in cui arte e letteratura si incrociano e dialogano, come le sue due città, Taranto e Vicenza. Nella città degli ulivi prima che dell'Ilva vive fino a 27 anni, figlio di un ufficiale dei Carabinieri e abituato a disegnare per gli amici, che in cambio di un nudo gli pagavano una cena. Poi l'arrivo a Vicenza, nel 1962, che coincide con il lavoro alle Poste e l'inizio della frequentazione degli ambienti artistici Vicentini. Nascono in questi momenti i Fogli artistici, sorta di vedemecum dell'arte vicentina che ancora oggi pubblica e distribuisce a chi incontra. Una descrizione della propria produzione o la presentazione dei colleghi artisti, priva di punteggiatura e dalla grafica che ricorda l'esperienza dei Calligrammes di Apollinaire, sui quali si sofferma, sempre. Perchè Arci non è uno di quegli artisti schivi e autoisolati. Ama parlare e confrontarsi con chiunque sia curioso, della sua arte o della vita, che diventa spunto per racconti in cui emerge la sua natura creativa. Un esempio? Chiedetegli delle sue esposizioni in giro per l'Italia. Vi racconterà di roccamboleschi viaggi a Pantelleria, dove al mattino disegnava e la sera esponeva, o quello a Capri, dove ha inventato la formula alberghiera "programma artista". Cosa significa? Semplice, in cambio di ospitalità lui espone le sue opere, che diventano merce di scambio. Ma se siete curiosi sul perchè siano proprio i galli i suoi animali preferiti, la risposta non è un segreto.  Perchè non li faceva nessuno. E io, me li sono fatti miei! Mi conoscono per i galli, sono il pittore dei galli. E i miei galli li devo vendere, perchè si disegna anche per questo. 
Un artista con le idee ben chiare, un pittore che i galli li immagina e li porta su tela. Freud potrebbe scomodarsi, raccontandoci  molte cose di questa ossessione ricorrente per l'animale dalla cresta rossa, ma a noi non importa. E ci basta che Arci continui a disegnare i suoi galli. Ora siamo  a quota 5000, e non è certo finita qui. 

 Simone Ariot