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lunedì 7 maggio 2012

Assemblee d'istituto oggi. Cazzeggio libero e collettivo


Questo sarà un post impopolare, ma avevo due possibilità. Commentare un interessante articolo  scritto da Marco Rossi Doria, sottosegretario all'istruzione, che riprende una questione molto cara alla scuola italiana, o meglio a chi la scuola l'ha pensata e studiata partendo dalla considerazione di Don Milani. Oppure cogliere l'attimo che mi si è presentato davanti questa mattina, quando ho scoperto che gli studenti della scuola in cui insegno chiedevano di poter svolgere un' "assemblea d'istituto" al parco Querini, parco pubblico a meno di un km dalla sede del liceo.
Forse chi legge potrà chiedersi cosa c'è di male nel voler organizzare e realizzare un'assemblea all'interno di un parco, dove gli studenti in questo maggio che finalmente ci regalerà un sole ritardatario potrebbero sciallare  amichevolmente. Effettivamente non è tanto il luogo in cui si chiede di celebrare l'assemblea  che mi sconvolge, quanto i contenuti. Negli ultimissimi anni infatti le assemblee d'istituto non prevedono più discussioni e dibattiti su temi collegati alla scuola (se non in qualche misura eccezionale, e comunque condotti  da insegnanti o esperti esterni) quanto la realizzazione di spettacoli, corsi, laboratori e momenti di socialità diffusa. Non più la cara e vecchia palestra gremita di studenti accalcati che stanno in fila per prendere la parola scagliandosi l'impossibile nelle rimbalzose offese tra fasci e compagni, ma momenti di ilarità collettiva in cui potersi impratichire in attività laboratoriali che esplorano vari argomenti, tra i quali:
  • Laboratorio di cucina
  • …..di giocoleria
  • ….di ballo caraibico
  • ....   di blog
  • …..  di espressione creativa
  • …..di yoga
  • …..discussione sulla Tav
  • ………..di mille latre cose.
  • ….orientamento universitario

Per carità, tutte belle iniziative. Una l’ho pure condotta io ( laboratorio sul blog), ma avrebbe avuto più senso farlo in un altro momento e mi chiedo il motivo per cui in un’assemblea studentesca non si possa parlare dei problemi veri e propri che vivono gli studenti quotidianamente: mancanza di spazi, litigi con i professori, diritti dello studente, aggiornamento tecnologico a scuola, il bluf dei programmi, le azioni intimidatorie di alcuni docenti, l’orientamento politico di una dirigenza piuttosto che un’altra…... Insomma, parlare di argomenti che riguardino la vita quotidiana di uno studente reale. Invece no, di questi problemi a scuola non se ne parla, salvo poi passare ore ed ore in chat a dire a questo o quell’altro compagno di classe quanto ci si senta male, quanto i professori siano cattivi e quante altre nuove compagne siano diventate anoressiche. Si, ad esempio di questo se ne potrebbe anche parlare, invece che far finta di nulla. Ogni tanto, o meglio, ogni due per tre, a scuola sfilano scheletri travestiti da persone che dicono in un modo o nell’altro che stanno soffrendo. “Non mangio, sto male”. Ma nessuno sembra accorgersene, se non gli impiegati di Villa Margherita, clinica specializzata nella cura dei disturbi alimentari che sembra aver fatto una convenzione con la scuola in cui insegno, da quante studentesse (tutte con medie elevatissime) riesce ad accogliere ogni anno. Ma l’importante è non parlare nemmeno di questo. Allora, alla fin fine, mi chiedo perché gli studenti non sentano il bisogno di parlare di queste cose. 
Quando nel 1997 facevo il rappresentante d’istituto al Fogazzaro le assemblee che organizzavo erano momenti in cui scannarsi, discutere, litigare se fosse stato necessario. Momenti in cui volevamo prenderci lo spazio per affrontare i problemi che sentivamo  all’interno della scuola, della nostra scuola. Tutti insieme, 1300 persone che discutevano. Chi non aveva il coraggio di prendere la parola al microfono scriveva un biglietto che veniva letto da uno di noi. Chi voleva parlare direttamente, lo faceva. La scuola allora era diversa. Sono passati solo 15 anni ma era veramente diversa. Non c’era internet prima di tutto, solo alcuni geek della prima ora lo avevano a casa, ma era una rarità. Non c’erano le mail di classe, lo psicologo scolastico, o i voti nel registro elettronico. La scuola era molto diversa perché se uno studente prendeva 4 tornava a casa e si trovava 4 sberle stampate sul viso. Oggi dare 4 significa spesso e volentieri doversi giustificare con il genitore di turno che ti rinfaccia la genialità del figlio e la tua incapacità nel comprenderla. Ma soprattutto all’epoca le assemblee volevamo organizzarle noi, da soli, senza l’aiuto degli insegnanti (che erano un po’ tutti nemici, e questo non è detto che fosse positivo). Volevamo organizzarle noi perché potevamo creare e fare qualcosa, noi, con le nostre forze. Personalmente, in quei momenti, ho imparato moltissimo. Credo di poterla considerare la mia prima vera esperienza di lavoro, anche se non retribuita. Passavo ore su ore a programmare le assemblee, e molte erano le ore di lezione che perdevo, ma poi mica me le scontavano, anzi,dovevo recuperarle da solo, muci muci in silenzio, sapendo che all’interrogazione mi avrebbero chiesto ancora di più. Eppure, come direbbe Renzo Tramaglino, ho imparato, e quelle esperienze sono state fondamentali. Ma evidentemente questi sono pensieri vecchi, oggi si preferisce sciallare a seguire un corso di ballo caraibico in palestra, tanto i problemi non ci sono. 
Forse è proprio così, e allora sciallamoci tutti al parco.

Esempio di assemblea "scialla", inutile, in pieno stile 2012. 


Simone Ariot

9 commenti:

  1. Buonasera professore, sono uno studente del Pigafetta e vorrei che venissero chiarite alcune questioni: innanzitutto, noi allievi di suddetta scuola ci ritroviamo per sei giorni alla settimana per circa cinque ore al giorno all'interno di quelle squallide mura. Non vedo mai la presenza di volti allegri né tantomeno di persone poco serie (tra gli studenti). Le nostre assemblee d'istituto, tralasciando momentaneamente i temi trattati, mi sembrano francamente un momento di aggregazione e "svago". Aggregazione per il fatto che tra noi studenti si parla dei vari problemi presenti, in maniera particolare in assenza di insegnanti che possano farci venire la tremarella alla prima sillaba perché, come sappiamo, i professori tendono ad esautorare e monumentalizzare la propria autorità di fronte a dei poveri ragazzi. E per svago intendo che si uniscono dibattiti ad attività nuove, produttive, a nuove esperienze. Parlando con esperienza personale, non mi sono mai trovato ad un'assemblea senza che si trattasse di qualche problema inerente a scuola e/o politica, e ciò non mi sembra affatto improduttivo. Per quanto riguarda i temi, lei pensa davvero che almeno un professore per classe sarebbe disposto, ad esempio, a trattare di blog durante le sue preziose ore di insegnamento? Assolutamente no, suvvia... E per quanto riguarda i problemi "veri" come litigi con insegnanti, fondi e quant'altro, esistono le assemblee di classe. Da quelle si diramano informazioni spesso utili a futuri miglioramenti per tutto il complesso scolastico... In conclusione, sono convinto che possiamo permetterci una giornata di assemblea al parco quando dietro abbiamo 200 giornate di anno scolastico passate al chiuso tra scuola e casa a studiare... Di sicuro la nostra NON è una scuola di scialli... Buona serata!
    DC

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    1. beh, che dire. Innanzitutto ti ringrazio per il commento e l'intervento. Questo blog è uno spazio in cui io lancio dei temi per poi consentire ad altri di dire la propria, soprattutto chi solitamente ha difficoltà ad esprimersi perchè non trova l'occasione o nella comunicazione verbale si lascia prendere dall'emozione. Quello che dici posso anche comprenderlo e in molti casi approvarlo, ma in ogni caso resto dell'idea che ci sarebbero molte cose di cui potreste parlare, per far in modo che emergano da quella silenziosa coltre in cui sono imprigionate. So bene che la maggior parte di voi studia molto e prende la scuola seriamente, e so bene che anche nelle assemblee avete modo di vivere momenti importanti e produttivi, ma sento comunque molta poca coscienza politica tra gli studenti, e questo mi rattrista. Non parlo di coscienza partitica ( sarebbe negativo se ci fosse, a mio avviso), ma politica. Ogni giorno, a scuola, nella tua/mia o in qualsiasi altra, accadono fatti importanti che meriterebbero di essere affrontati. Tu dici che se ne parla alle assemblee di classe, è certamente vero, ma ci sono argomenti che riguardano l'intero istituto e non certamente la singola classe. Ti faccio solo qualche esempio di realtà che esistono e che nessuno sta affrontando in modo costruttivo.
      1- Agli studenti dell'indirizzo musicale è vietato entrare a scuola nel pomeriggio se non nelle ore della loro singola lezione. Ciò significa che se uno studente che abita a Schio e finisce scuola alle 13 per poi riprendere alle 15 la lezione di strumento ( ex chitarra), non può aspettare a scuola, ma deve starsene in strada, magari sotto la pioggia ( capita spesso d'inverno, prova a passare i pomeriggi davanti a scuola alle 14. Questo è assurdo, ma nessuno protesta.
      2- Ci sono insegnanti che si ostinano a non voler usare le lim nonostante le abbiano in classe, altri rifiutano di accettare le lim nelle proprie classi ( con danno degli studenti), ma nessuno protesta o dice nulla.
      3- Ci sono atti quasi intimidatori nei confronti di quei poveri cristi di studenti che vorrebbero passare qualche minuto extra a scuola dopo il suono della campanella, per studiare insieme o per finire un esercizio o altro. Vietato in modo assoluto, quando invece in molte altre scuole è concesso da apposita delibera. Nessuno protesta.
      Potrei andare avanti all'infinito, ma so bene che voi avete molto altro da dire. L'assemblea d'istituto è nata ( e per statuto ancora lo è)per affrontare argomenti come questi. Non è un momento di formazione alternativa. Per la formazione alternativa ci sono altre occasioni.

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    2. Premetto che sono d'accordo sia con l'anonimo dell'8 maggio, che col professore.
      Mi permetto solo di intervenire sul punto che riguarda il musicale:
      proprio oggi è stata fatta una riunione con i professori di musica e il preside, mi hanno detto che è stato molto disponibile e che ci aiuterà a risolvere nel migliore dei modi i problemi del musicale! (e NON SONO per niente POCHI!!)
      Proprio per questo, per "provare" la sua disponibilità da lunedì uscirà una circolare riguardante la possibilità di fermarsi a studiare in un aula del chiostro (dovrebbe essere la 4^ sull'angolo dove ci sono le scale piccole) dopo l'orario scolastico!
      Questa è un'anticipazione! ora non so se si avvererà, se troveranno il personale per la sorveglianza ecc. ma sarebbe già un passo avanti!!
      Soprattutto in questo periodo, fine dell'anno, dove perdere ore di studio è sacrilego!!
      Questo potrebbe essere utile anche per le altre sezioni, quindi.. se ne avrete di bisogno mi informerò!

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  2. Le assemblee di istituto potrebbero essere migliorate, ne sono convinta, ma non me la sento di criticare chi lavora per prepararle. Si tratta di un lavoro faticoso che implica la ricerca di contatti, di persone disposte a mettersi in gioco, a dedicare parte del loro tempo (se vogliamo parlare di esperti provenienti dall’ambito extrascolastico). Tempo sacrificato allo studio in una scuola in cui lo studio è la divinità da idolatrare.
    Se la critica riguarda l’assenza di politica, mi sembra che la discussione riguardo alla TAV (citata nell’articolo) sia piuttosto inerente a questioni politico-sociali. Inoltre nel programma dell’assemblea di domani è previsto “dibattito politico a cura di esponenti dei movimenti e partiti giovanili della città su temi di attualità”. Se per politica si intende “scontro fasci-compagni” sono contenta di non essere nel 1997.
    Se la critica riguarda l’assenza di temi riguardanti la scuola, mi chiedo se l’orientamento universitario sia qualcosa di così astruso o insensato per studenti del quarto o quinto anno. Per aggiungere un dato, il programma dell’assemblea di domani prevede un momento di discussione e confronto, con annesso sondaggio, sulla maturità 2012. Che strani questi studenti del quinto anno che si confrontano sulla maturità, nevvero?
    Si dovrebbe sfruttare l’assemblea di istituto per far presente i problemi della scuola? Stiamo parlando di un Istituto in cui i rappresentanti di classe devono scrivere tre lettere alla segreteria didattica per avere il diritto di appendere cartelloni ai muri (per cartelloni intendo lavori di gruppo, ricerche, non il calendario della velina di turno) senza ottenere alcuna risposta. Qualsiasi proposta fatta dagli studenti è accolta in due modi: ignorata o ridicolizzata.
    Mi dispiace che sia stata utilizzata la tipica formula “ai tempi miei tutto era migliore”. Ma non per questo mi sento di criticarla, è insito nell’animo umano il considerare la propria generazione la migliore mai esistita dal pleistocene ai giorni nostri. Non ho idea di come fossero le assemblee negli anni ’90, so solo che è sbagliato generalizzare, pensare che tutte le assemblee siano come quelle del video proposto. Se si ha l’accortezza di guardare oltre i balli di gruppo e qualche altra attività ludica, si vedranno tante idee buone e positive. Basta volerle vedere e non vedere solo ciò che ci fa comodo.

    Clarisse.

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  3. guarda.....forse vi state sentendo attaccati più di quanto io abbia fatto, anche se in ogni caso l'intenzione era proprio quella di attaccare/provocare per stimolare il dibattito, che sin'ora è per fortuna civile, e ne sono contento.
    Gli esempi che poni riguardano attività degne e interessanti, lo ribadisco, ma semplicemente non mi sembrano attività da assemblee. Queste attività sono molto più adatte alle autogestioni, momenti in cui gli studenti possono dimostrare di non essere robot ma persone con la loro testa e la loro capacità di autogestirsi. Lo ripeto, sono attività valide, ma a mio avviso non inerenti le assemblee. E in ogni caso, credimi, non volevo minimamente considerare la mia generazione o quelle del passato come migliori. Anzi. La generazione di chi stava al liceo negli anni 90' ( la mia) forse è la più sfigata degli ultimi 100 anni, per tutta una serie di motivi. Non difendo quella generazione, ma essendomene occupato in modo diretto quando ero studente pongo qualche dubbio.
    All'ultima assemblea d'istituto ho visto poche scene, che mi sono bastate. Vedevo molta più gente in giro per la scuola a cazzeggiare che persone indaffarate nel seguire un corso. Quando poi sono entrato in palestra mi è venuta la pelle d'oca, ma questa è una sensazione mia personale.
    In ogni caso, tu poni un problema, che forse è la madre dei problemi al PIgafetta: la comunicazione. Citi le lettere alla segreteria e la mancanza di risposte e il fatto che le proposte siano ridicolizzate e ignorate. Ecco, a me questi sembrano problemi di cui discutere.
    La questione rappresentanti poi è una vexata quaestio che mai terminerà. Loro, di fatto, devono rappresentare gli studenti. Ricordo un'assemblea che dovevo organizzare, nel 97'. Proposi tre dibattiti importanti, per i quali serviva la collaborazione degli studenti. In pochissimi risposero, segno evidentemente che non erano interessati.Ho quindi organizzato un'assemblea di protesta contro gli studenti, che io in teoria rappresentavo. 1200 studenti in palestra che credevano vi fosse una sorpresa, e che invece non c'era. La prima mezz'ora mi sono seduto con le mie colleghe rappresentanti d'istituto su una sedia, guardando il gruppo, senza fiatare per mezz'ora. Dopo un po' di casino generale mutismo assoluto. 20 minuti interminabili, non li dimenticherò mai, di mutismo. A quel punto ho detto che si trattava di una protesta, che se volevano potevano andare a casa, perchè la scuola non la si poteva migliorare senza collaborazione, e che almeno dovevano dirci cosa c'era che non funzionava, in modo che sapessimo di cosa parlare. Molti si sono offesi e incazzati, alcuni invece sono scesi e hanno cominciato a dire quali erano alcuni problemi di cui non si aveva coraggio di parlare a scuola.
    Lo so, è stato un atto estremo e incosciente, forse stupido e narcisista. Ma messi alle strette i problemi sono venuti fuori. Secondo me, e non voglio fare il professorino o il saputello, non c'è troppa voglia di affrontarli. In alcuni casi hanno un nome e cognome. Ad esempio, ti sembra normale che la famosa questione Sgarbi, di cui si è discusso in modo folle e incontrollato sui giornali, non sia affrontata dai soli che , in un modo o nell'altro, ci rimetteranno, cioè voi studenti? Non chiedermi il perchè, è una questione lunga e delicata. ( p.s perdonate gli eventuali errori ma sono di fretta)

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  4. Intervengo, dal momento che ho avuto l'occasione di leggere che "al professor Ariot fa piace che gli studenti commentino il suo blog!".
    Inizio nel dire che sono d'accordo che forse le assemblee sono carenti di "dibattiti", ma di certo non posso confermare quest'ultima cosa detta, dal momento che in quest'ultima assemblea vi è stato un dibattito politico di 3 ore, e un dibattito su "Che cos'è la musica?" - che credevo scontato, ma al contrario, abbiamo tentato di trovare una risposta data la vastità dell'argomento, citando da Pitagora a Nono e facendoci alla fine un'opinione anche nostra!
    Ritengo che dopo 3 ore di dibattiti (è vero, molti sono andati a vedersi i film) ci stiano senza dubbio le 2 ore di svago, che possono andare dal ballo caraibico.. al laboratorio.. che so io.... di come saltare sui banchi!!!
    Dal momento che vi è costantemente un un confronto anche nelle ore di svago!!

    Faccio presente che il musicale non è mai stato zitto, e finche ci sarò io MAI lo sarà!!
    Dall'inizio dell'anno tutto il musicale ha inviato 3 lettere al preside e alla segretaria amministrativa e solo dopo 9 mesi di scuola - con una sempre maggiore degenerazione della situazione - riusciamo ad ottenere i primi risultati!!
    Ma sono solo i primi e continueremo a insistere, dal momento che evidentemente la 2BM passa le assemblee di classe come 15 anni fa, dove ci scanniamo per cercare di risolvere tutti i problemi possibili!!
    Ma questo è possibile in CLASSE!! Fuori, in assemblea d'istituto possiamo "urlare", far valere le nostre tesi, cercare di trovare migliaia di soluzioni ma........ a chi?!?!?
    sarebbe bellissimo poterlo fare, ma a CHI possiamo andare a dire i nostri problemi se TUTTI sono occupati nelle varie attività?
    E sarebbe ancora più improduttivo dire: "facciamo un'assemblea di solo dibattito!", perché si sa, è palese, non verrebbe nessuno! - o forse pochi vogliosi di migliorare la situazione.
    Dopodiché ci sarebbe la questione "rigidità con le materie curriculari e i voti", attuerò un atteggiamento puerile, ma.. MEGLIO COSì!! meglio dare il tempo necessario di recuperare, così da trovarsi preparati, per le interrogazioni e le verifiche!
    ...poi... sarei pronto a scommettere che 15 anni fa lei non ha mai preso 4 sberloni per un 4!!! (sempre se l'ha mai preso)
    ..logico, i genitori che difendono i figli mi stanno lì lì anche a me!
    Probabilmente la tipica via di mezzo è la soluzione migliore!

    Ritengo infine che le assemblée non siano solo un ritrovarsi per cazzeggiare, magari è anche così!
    Ma stia sicuro, preferisco mille volte chi viene per sciallare e partecipare ad attività improduttive, piuttosto di chi se ne rimane a casa a dormire o davanti a un computer o in giro per il centro, creandosi un vita sociale completamente estranea alla scuola, fregandosene altamente dei problemi che vi sono nel suo ambiente di lavoro.

    P.S.
    mi scuso per i numerosi errori grammaticali e di sintassi, sono pronto a rispiegare i punti non chiari!

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  5. Divido l'intervento in due commenti, altrimenti non ci sta.

    Vai tranquillo, non preoccuparti degli errori, sui commenti dei blog credo si possano evitare formalizzazioni.
    Per prima cosa ti assicuro che i miei 4 li ho presi anch'io, e molti. Mi sono preso matematica a settembre dalla prima alla quarta, e fino alla terza pure latino. In seconda, poi, record assoluto. 5 materie a settembre.
    Quando dici che è meglio venire a scuola piuttosto che starsene a casa concordo al 100%. Una volta infatti era obbligatoria l'assemblea, non come oggi che l'assenza non deve nemmeno essere giustificata come i giorni d'assenza tradizionali. Io, personalmente, alle assemblee ci andavo sempre. Nel peggiore dei casi ( o nel migliore?) se non ci sono attività interessanti si potevano conoscere nuovi amici ( e amiche).
    Le attività che citi, le ritengo interessanti e formative. Fosse per me, e chi mi conosce lo può certificare, la scuola nelle materie curriculari sarebbe molto diversa, più creativa e densa di lavori di gruppo, anche su tematiche tipiche di alcune assemblee. Continuo però a dire che l'assemblea potrebbe essere un'ottima occasione per parlare dei problemi della scuola e degli studenti, non dei problemi in generale. Il laboratorio "Cos'è la musica" lo ritengo figo, ma non molto collegato ai problemi della scuola. Oggi, noi insegnanti del musicale, abbiamo fatto una riunione per parlare dei problemi del musicale ( meglio tardi che mai). E in effetti la riunione era sui problemi del musicale, non sulla pace nel mondo o sui metodi di conservazione del cibo messicano ( giusto per dire una cazzata a caso).
    Ma ora forse ho capito qual è la questione. Quando andavo a scuola io nelle assemblee parlavamo dei problemi della scuola, mentre nelle autogestioni sviluppavamo altri temi e davamo vita ad iniziative appunto di AUTO gestione, in cui noi studenti organizzavamo la didattica invitando esperti, oppure autoassegnandoci compiti di docenza in diversi gruppi di lavoro, un po' come avviene oggi nelle assemblee. Posso garantirti che si trattava di una cosa veramente affascinante. Per molti motivi: si faceva una cosa diversa, si imparavano cose nuove, si affrontava in modo diverso la scuola. Ma soprattutto, l'autogestione durava minimo 3 giorni massimo una settimana,e soprattutto era illegale. Alla fine dell'autogestione, che io ho fatto in 2°, 3°, 4°,e a metà in 5°, arrivava sempre la polizia, con tanto di sirene e in qualche caso finale in questura. Ovvio che questo dava colore all'avventura. Ti dirò che sono state esperienza bellissime, in un caso trasformata in occupazione ( significa che eravamo pronti a dormire a scuola, ma la polizia ha fatto irruzione prima). Quelli erano tempi in cui la contestazione delle decisioni politiche dei vari ministri erano molto forti.

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  6. Insomma, noi potevamo parlare dei nostri problemi di studenti alle assemblee, utilizzando un'assemblea per fare un'assemblea ( l'etimologia infatti suggerisce di pensare ad una situazione in cui ci si assembla, tutti insieme e in un unico posto), per poi dare spazio alla creatività nelle autogestioni.
    Con questo non voglio invitare nessuno a fare autogestioni ( che se comunque fossero istituzionalizzate sarebbe solo un bene, come ottima occasione per crescere), ma a valutare ad esempio che gli argomenti che vi riguardano di cui discutere per il vostro ruolo di studenti ci sono ed esistono, ed è un peccato farseli scappare. Anche nelle aziende i lavoratori fanno le assemblee. Beh, ti assicuro che nelle assemblee aziendali non organizzano corsi ma discutono dei loro problemi, spesso con la dirigenza, perchè lo ritengono un primo passo per superarli. Alla fine, io credo,siamo tutti d'accordo che voi vi impegnate a rendere la giornata seria e produttiva. La mia constatazione espressa sul post del blog vuole semplicemente dirvi che di alcune cose avete il diritto di parlare, forse il dovere, se volete risolverle o cambiarle. Poi può pure essere che non vi interessi risolverle perchè le ritenete poco importanti. E questo mi rattrista. Oggi, per concludere, nella riunione di noi insegnati, abbiamo avanzato delle richieste in modo anche abbastanza duro con la dirigenza, per cercare di risolvere e andare incontro ai bisogni di voi studenti del musicale. Si, hai capito bene. Gli insegnanti stavano lottando per migliorare la condizione che incontrate ogni giorno. Beh, è una cosa bella, però sarebbe stato bello sapere che anche gli studenti lottavano per la stessa. Altrimenti c'è sempre il rischio che tutto sia dovuto. E quando una cosa è dovuta e incondizionata........generalmente non fa evolvere. Ora mi rimetto al lavoro, devo scrivere altri due articoli, quasto volta non per il blog ma per riviste vere e proprie, e se ritardo sono cazzi amari.

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    1. Ahahaha ottimo allora, buon lavoro!!
      Le assicuro che se c'è bisogno di un qualsiasi tipo di appoggio da parte di tutti gli alunni del musicale (es. raccolte firme o cose simili, o delle semplici direttive per rendere le soluzioni del musicale più attuabili) li conosco TUTTI per nome, quindi potrete contare anche su di me!!
      Penso che sia tutto, ottimo confronto!!!
      A presto!

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