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mercoledì 2 marzo 2011

E il contest abbia inizio: una pubblicità per il liceo Pigafetta




Oggi, per sette giorni, voglio coinvolgervi in un contest, un vero e proprio grand prix della pubblicità. Non siamo a Cannes dove annualmente si sfidano le più importanti agenzie creative del mondo, ma in una classe di prima liceo linguistico al Pigafetta, scuola vicentina dove insegno italiano e latino tutti i giorni. Per un modulo sulla scrittura creativa, quella scrittura funzionale che mira a soddisfare un obiettivo di cui poche volte la scuola si occupa, mi sono inventato di dividere la classe in nove gruppetti da tre. Ogni gruppo costituisce un'agenzia con un nome e soprattutto con tre professionisti. Un copywriter, colui che si occupa del testo della pubblicità. Un grafico, colui che cura l'immagine. E un art director, colui che progetta la campagna pubblicitaria e indica la direzione a copy e grafico.

Ogni gruppo ha portato tre proposte. Oggi si comincia con i Monkey Prince, che come prima proposta (per prima proposta si intende quella nella quale ripongono maggiori aspettative) ci offre una pubblicità che conta molto sull'immagine del personaggio Antonio Pigafetta, navigatore e diarista di bordo del XVI° secolo, rappresentato sulle vele di un veliero con un pay-off (slogan) che richiama immediatamente all'immagine: "naviga nella conoscenza". Non male, perchè il pay-off richiama in modo evidente e diretto l'immagine grafica e nella tradizione letteraria la nave e il mare rappresentano un topos con un preciso significato. La nave è la mente, l'intelligenza di un individuo, il mare è la vita e tutto ciò che la vita porta. Una proposta che strizza l'occhio alla tradizione e all'immagine della scuola (seria, storica, autorevole e un po' autoritaria), ma con quella scritta ondulata, a richiamo delle onde, che fa pensare ad un percorso che oscilla, non rigido e incanalato su binari precisi. Un percorso dinamico quindi, come piace ai giovani, destinatari del messaggio.

La seconda proposta risulta meno felice per le proporzioni e la sovrabbondanza di alcuni spazi rispetto ad altri. Vediamo il chiostro del liceo con delle immagini di ragazzi vestiti secondo la moda delle diverse epoche rappresentate. Il pay off che recita "La moda cambia, lo stile resta" è difficilmente associabile ad un'azione formativa come quelle che si dovrebbero realizzare a scuola. L'idea è buona ma si rischia di cadere sul frivolo. Più adatta ad un brand del sistema moda.

La terza proposta è molto interessante per quanto riguarda il collegamento tra payoff e grafica, ma risulta un po' troppo infantile considerando che l'obiettivo resta quello di pubblicizzare un liceo e non una scuola materna. Vediamo infatti uno scenario bucolico di una casa di marzapane inserita in un dolce mondo di dolciumi con alberi fatti di lecca lecca e finestre di caramelle. Credo che tutto ciò non sia particolarmente attraente per un liceo, che invece continua a cercare innovazione, valore aggiunto e molti altri elementi, così come l'omino a forma di cioccolatino o biscotto rischia di allontanare i futuri studenti interessati alla scuola. Escludendo chiaramente Hansel e Gretel, che forse in un liceo così si iscriverebbero.

Esprimete le vostre opinioni, qui sotto nei commenti, proponendo un eventuale nuovo pay-off , e vedremo chi vince!

A domani, con l'analisi di tre proposte di una nuova agenzia di giovani liceali di 14 anni: Gea a.d.v.

Simone Ariot

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