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venerdì 16 novembre 2012

Quando è l'artista a raccontarti l'arte


Non conosco l'arte.
La mia cultura storico artistica è assai limitata. Non un esame di storia dell'arte inserito nel piano di studio universitario, poche letture riguardanti l'argomento, un numero di musei visitati probabilmente superiore alla media nazionale ma non certo elevato. Posso conoscere a grandi linee le caratteristiche di uno stile o di un determinato periodo artistico, magari facendo il nome di un qualche autore punto di riferimento. E poco altro. Se vedo un quadro, o se sento il nome di un autore che non sia il solito Raffaello o Picasso, non arrivo nell'immediato a contestualizzarlo, immaginando una dopo l'altra le opere che portano la sua firma, come invece potrei fare con gli autori della letteratura italiana.
Sono insomma un semianalfabeta artistico. E se aggiungiamo il fatto che le mie doti grafiche nell'utilizzo della matita o dei pennelli hanno solo il merito di farmi prendere del ridicolo, posso certamente dire che non sono certamente una persona dalla formazione o dalla cultura artistica.
All'arte però mi sono avvicinato anch'io. In punta di piedi direi, con la posizione distaccata di chi sa di non sapere. Forse non ho scelto di avvicinarmi, ma mi sono trovato lì. E il contatto è stato sicuramente privilegiato. L'arte la sto conoscendo partendo dagli artisti, che questa volta non sono morti da almeno cent'anni, ma se ne stanno lì, davanti a me, a raccontarmi la loro storia. Per il lavoro che faccio, infatti, mi è capitato e mi capiterà di raggiungerli, ascoltarli e raccontarli attraverso un articolo, o una mostra.
E' buffo, perchè sarebbe più logico pensare che questo possa capitarmi con la letteratura. E invece no, a prendermi per mano sono gli artisti delle arti figurative e pittoriche, oppure gli architetti e i designer, a metà strada fra arte e professione.  Nel tempo ho cominciato a conoscerli, inizialmente osservandoli in silenzio.
Con loro in molte occasioni si è creato un rapporto di reciproco scambio, dove io me ne stavo ad aspettare che si creasse quel clima che mi permettesse di chiedere loro qualcosa, spesso indipendentemente dalla necessità giornalistica. Da uno sono diventati due, poi tre......ora non saprei contarli tutti, ma ho una certezza. Conoscere l'arte attraverso questo modo è decisamente meglio. Capire, o cercare di capirla direttamente dall'incontro con persone come Bruna Lanza, Giorgio Dalla Costa, Mattia Trotta, Toni Zarpellon, Stefano Luciano ed altri ancora è un privilegio. Anche loro sono tra i protagonisti dalla contemporaneità. Sono loro che vedono le cose prima degli altri e che possono anticiparcele, mostrarcele. Ed è un enorme privilegio. Non solo per il fatto che spesso e volentieri i nostri incontri si concludono con una loro opera che mi viene data in omaggio, ma soprattutto perchè mi consentono di guardare le cose con uno sguardo diverso, che spesso si spoglia di una serie infinita di costrizioni e pregiudizi che in modo quasi paradigmatico abbiamo.
Bruna Lanza

Toni Zarpellon
Mattia Trotta



Giorgio Dalla Costa

Stefano Luciano


Ieri ad esempio ho conosciuto Toni Zarpellon, un artista  da cui dovevo stare poco più di mezz'ora. Alla fine le ore sono diventate quattro, in mezzo c'è stato un trionfo di penne all'arrabbiata e tante, tante storie raccontate. Le storie delle cave di Rubbiodove con pennelli e colori ha trasformato la roccia in volti e sensazioni umane,  oppure la storia che l'ha portato a cercare una pace quasi in mezzo al bosco, sulle colline di Marsan, dove la sua casa/studio è un deposito di memorie, teorie, opere. "Geni si nasce, imbecilli si diventa".  Questa frase era scritta in un cartello appeso all'entrata di casa sua, fiera e rivelatrice di una verità forse un po' scomoda. Una grande verità. Eppure pare quasi che ogni giorno, quasi faticosamente, scegliamo un po' tutti di diventare imbecilli, scordandoci di alcuni bisogni naturali, del contatto con noi stessi, l'altro, la natura, risucchiati come invece siamo dalla frenesia e da tempi che corrono e stritolano. 
Cave di Rubbio
Arte per me è anche questo, incontrare una persona che aiuta a far pensare, a mettere in discussione alcune proprie sicurezze, a sentirsi stabili nell'instabilità.

p.s: Toni Zarpellon è un signore. Mi ha accolto a casa sua e mi ha offerto un pranzo che non dimenticherò.