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lunedì 26 marzo 2012

Book Crossing, esperimento riuscito !





Book Crossing, ovvero, trovi un libro, lo leggi, e lo lascia a qualcuno, da qualche parte. Detta così sembra un po' una cosa strana, ma nella realtà il fenomeno del book crossing c'è, ed è sviluppato molto più di quanto si pensi. Nella 2°E del liceo Pigafetta, una delle classi in cui insegno, è partito un esperimento di book crossing interno, con tanto di registro dei prestiti, che sta dando ottimi risultati. Menti e artefici di questo progetto sono Lucia Esposito e Susanna Sgambaro, accanite lettrici decise a coinvolgere anche i compagni in una passione che non conosce crisi, almeno in per ora! Oggi ci raccontano la storia di questa esperienza in un breve intervista.



Come definireste in modo creativo e semplice l'esperienza del book crossing di classe?
E' una proposta che dà la possibilità di scegliere tra tanti libri di diverso genere e scoprire il piacere della lettura per tante persone che prima di questo progetto non leggevano mai. 
Da cosa è partita l'idea?
Un giorno siamo andate in biblioteca Bertoliana a Vicenza per prendere in prestito dei libri, ma ci hanno detto che non potevamo prenderne fino all'età di 18 anni, a meno che non fossimo accompagnate dai genitori. Ci è sembrato assurdo rinunciare a leggere per questo motivo, quindi abbiamo deciso di crearcene una in classe con il contributo dei nostri compagni che  hanno portato molti  di libri di vario genere. In ogni casa ci sono libri fermi e impolverati, ma qualcuno lì fuori magari li leggerebbe
Come è stata recepita dai compagni?
All’inizio con un po’ di perplessità, poi hanno aderito numerosi e oggi il progetto va alla grande.
Quali pensate siano i punti di forza di un progetto book crossing?
 Noi due siamo grandi lettrici, quindi possiamo consigliare i compagni e invogliarli a prendere un libro. Poi abbiamo qualsiasi genere di libro, da quelli romantici ai gialli, quindi ognuno può scegliere quello più appropriato per i suoi gusti. Il tutto gratis, senza spendere un euro.

E il fatto che sia autogestito da voi studenti?
Non è visto come un dovere,bensì come un possibile piacere. Siamo contente perché stiamo dimostrando di saperci gestire, in una cosa nostra e creata da noi
Qual è il libro e il genere che sta riscuotendo maggior interesse?
 I libri che vanno di più sono: Seta, di Baricco, Bianca come il latte rossa come il sangue di D'avenia, I passi dell'amore di Sparks,E finalmente ti dirò addio di Oliver, Io e te e Ti prendo e ti porto via di Ammaniti,e la saga di Glattauer.
Sono tutti romanzi non troppo impegnativi,storie d'amore e libri scritti per lettori giovani, non solo recentissimi ( vedi Seta)
Cosa ti ha sorpreso di più di questo progetto?
Persone che dicevano di odiare la lettura ora hanno letto più libri e si sono appassionate alla lettura,ed è proprio questo l'obbiettivo del nostro progetto.
Lo consigliereste ad altre classi?
Sicuramente! 
E se qualcuno avesse dei libri di cui non sa più cosa farsene, gli accettereste per il progetto? Certamente,accettiamo tutti i libri, "chi più ne ha, più ne metta!".
Ringrazio Lucia e Susanna per la disponibilità e per l’idea, venuta lo ribadisco) a due studentesse e non certo all’insegnante. Dimostrazione che più spesso di quanto si pensa anche gli studenti hanno voglia di fare qualcosa di buono!

Simone Ariot

sabato 10 marzo 2012

Conosciamoci rispondendo



Come ci si fa a conoscere? O ancor meglio, come ci si fa a far conoscere, lanciando  suggerimenti, offrendo spunti per dire chi siamo e da cosa ci sentiamo rappresentati? Marcel Proust, autore di "A' la Recherche du temps perdu",  deve essersi posto queste domande quando ha inventato il suo celebre questionnaire,escamotage forse trovato per fermarsi un po' nel processo della sua monumentale opera. Si tratta di un gruppo di domande da porsi o da porre, alle quali rispondere in modo molto molto istintivo e veloce, dedicandoci poche parole. Certo, non possiamo pensare si tratti di un sistema esaustivo e completo per penetrare la psiche di una persona, e nemmeno per poterla rappresentare in modo completo, ma la sensazione che si prova quando ci si pone queste domande e si tenta si offrirne una risposta è curiosa. Sembra quasi di guardarsi da fuori, provare a darsi una forma tentando di descriverla. Ve le spalmo qui, una dopo l'altra, invitandovi a farvi queste domande. Mi sono permesso di fare due piccole  modifiche nelle domande contrassegnate da un *, sostanzialmente ho aggiunto un contenuto tra parentesi, per adattare il questionario ai nostri tempi.  E se volete conoscere le risposte che si è dato Marcel Proust, qui le trovate.

  • Il tratto principale del mio carattere 
  • La qualità che desidero in un uomo. 
  • La qualità che preferisco in una donna. 
  • Quel che apprezzo di più nei miei amici. 
  • Il mio principale difetto
  • La mia occupazione preferita
  • Il mio sogno di felicità. 
  • Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia: 
  • Quel che vorrei essere. 
  • Il paese dove vorrei vivere. 
  • Il colore che preferisco. 
  • Il fiore che amo. 
  • L'uccello che preferisco. 
  • I miei autori preferiti in prosa. 
  • I miei poeti preferiti. 
  • I miei eroi nella finzione. 
  • Le mie eroine preferite nella finzione. 
  • I miei compositori ( o cantanti) preferiti. *
  • I miei pittori  preferiti. 
  • I miei eroi nella vita reale. 
  • Le mie eroine nella storia. 
  • I miei nomi preferiti. 
  • Quel che detesto più di tutto. 
  • I personaggi storici che disprezzo di più. 
  • L'impresa militare (o politica/umanitaria) che ammiro di più. *
  • La riforma che apprezzo di più. 
  • Il dono di natura che vorrei avere. 
  • Come vorrei morire. 
  • Stato attuale del mio animo. 
  • Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza.
  • Il mio motto. 


Simone Ariot


giovedì 1 marzo 2012

L'anno che verrà, senza di Te.




Stavo per scrivere di altro. Di Proust e del suo celebre questionario. Ma evidentemente slitterà, in avanti intendo. Dico "stavo" perchè effettivamente ero lì, pronto anzi prontissimo e addirittura preparato. Come un promemoria se ne stava lì, in uno di quei post-it gialli e appiccicosi con un bel messaggio in evidenza. C'era scritto "post questionario Proust Parolefantasiose". E invece le cose possono cambiare all'ultimo momento, se si è in un giorno speciale. In questo caso per nostalgia. Già, perchè curiosando tra le altrui bacheche di Faccialibro vedo che Emma, una mia vecchia compagna di scuola, ha condiviso un video, di Lucio Dalla. "L'anno che verrà (1979)" con immagini che scorrono del cantautore, conosciuta da molti come "Caro amico ti scrivo". Una canzone che tutti hanno canticchiato o ascoltato. Una canzone citata anche nei film, come su Marrakech Express, o molti altri , ma soprattutto canzone ricordata, da tutti. Una canzone che nemmeno sapevo fosse stata presentata nel 1979, il mio anno di nascita, come dice Emma, e come dico anch'io. 33 anni sono passati da quella canzone, ma lei se ne sta lì pronta a risuonare nella musica e nel significato. Una televisione che annuncia una grande trasformazione, l'arrivo di un mondo incredibile, in cui tutto funziona alla meraviglia, in cui le leggi della fisica e della moralità si rovesciano. "Senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età". E invece è sparito lui, il Lucio nazionale insieme al suo omonimo di nome e quasi di compleanno ( Battisti infatti era nato il giorno dopo Lucio Dalla). Una canzone sul tempo che passa, ma anche e soprattutto delle cose che restano. Passano i giorni e le ore, restano le emozione e resta l'amicizia. Caro amico ti scrivo, "ma sono qui" ci verrebbe da dire. E anche lui, Lucio, può anche andarsene come ha appena fatto, ma resta qui, con noi. Resta nelle sue canzoni, nella sua figura pulcinellosa, nel suo berretto e nel suo clarinetto. Resta in 4 marzo 1943 ( giorno del suo compleanno e titolo di una straordinaria canzone), in Piazza Grande, in Caruso, in l'ultima luna, in Anna e Marco......Resta nelle parole che ha trasformato in emozioni, ma resta anche nei nostri, unici e intimi momenti. Perchè ciò che  rimane in eterno, diventa anche di altri. Come la poesia, che non muore e non dorme mai, come l'arte . Ciao Lucio

Simone Ariot