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venerdì 25 settembre 2009

Manifestatamente



Buon giorno ragazzi,

oggi è stato un giorno importante, per voi.
O almeno per una parte di voi.
Per quella parte più consapevole e matura che ha scelto e ha preso una decisione. Non so se ve ne siate stati a letto a poltrire o in piazza a manifestare, ma questi ultimi sappiano che li stimo.
Non per la motivazione di fondo, che a dir la verità non conosco troppo bene e che nemmeno mi interessa, ma per l' aver voluto scegliere, prendere una posizione.
Le manifestazioni scolastiche sono spesso momenti formativi per sentirsi responsabili e portatori di una minima coscienza politica, per sentirsi piccoli uomini e piccole donne che stanno camminando verso l' età adulta, un' età in cui per dire le cose non si deve necessariamente gridarle, ma obbligatoriamente misurarle.
Ora, per vostra fortuna, siete in un ' età in cui ci si può permettere anche di gridarle ed essere estremi nelle scelte.
Ricordo quando alla vostra età partecipavo agli scioperi: non me ne perdevo uno. Quei giorni arrivavo a scuola addirittura in anticipo e me ne stavo davanti all' entrata a convincere i compagni che volevano entrare che la cosa migliore era scioperare. Sicuramente ci mettevo tutto me stesso, anche di più di quando dovevo convincere un prof. a darmi un risicato 5/6......
Verso i 17 anni poi mi sono trovato ad essere uno di quelli che gli scioperi li organizzava. Ricordo il lavoro che c' era da fare nei giorni precedenti: organizzarsi con gli altri rappresentanti d' istituto, stabilire il percorso del corteo, contattare i giornalisti, andare in questura per dare la comunicazione ufficiale del percorso e soprattutto prendersi le responsabilità legali del tutto, che non era poco.
Beh, insomma, avete capito che ero una testa calda. Ma in quelle occasioni sono cresciuto. Non era solo il conoscere nuovi amici e nuove amiche, non era solo il cantare slogan che magari nemmeno del tutto si capivano, marciare e camminare per km portandosi dietro uno striscione da sostenere in 7-8 persone da quanto grande era o ritrovarsi tutti in Piazza dei signore, tirare fuori le chitarre, e suonare One degli U2 per sentirsi più uniti ( e sopprattutto per sentire più vicine le ragazze.....).
Era la prima volta che il mondo ci chiedeva cosa ne pensavamo di una cosa che ci riguardava, e a noi dichiararlo non bastava. Dovevamo gridarlo.
Difficilmente capita da grandi di trovarsi in queste situazioni, che ora rimpiango molto e ricordo con molta nostalgia.
Non centra nulla con la letteratura, ma proprio in quelle occasioni una persona si sente un po' come dentro un romanzo, magari che racconterà prima o poi a qualcuno.
Siete pronti anche voi? Questo potrebbe essere uno spunto per l' argomento del vostro primo racconto, o anche no, dipende se vi prende bene.
La prossima volta, se non ci sono da sistemare alcune cose nei blog ( dovrebbero essere sbloccati per lunedì), vorrei che ogni gruppo discutesse ( senza far casino e con il massimo del rispetto) dell' argomento da trattare nel vostro primo racconto. POi, se rimane tempo, si andrà avanti un po' con la scelta del romanzo.
Buon Week end.


Simone Ariot

martedì 22 settembre 2009

Una scelta difficile




Ragazzi, eccoci qua!

E' da una settimana che mi informo, chiedo consigli, visito librerie per cercare di capire quale possa essere il terzo tra i tre romanzi che dobbiamo leggere insieme. Gli ultimi due li ho scelti, ma il primo ancora no.
L' ultimo sarà Jack Frusciante è uscito dal Gruppo, un bel romanzo che ho letto quando avevo 16 anni e che tutti all' epoca ( beh, non proprio tutti, ma molti, o per lo meno, le persone più interessanti) hanno letto. POi c'è il giovane Holden, di cui qualcosa sapete perchè abbiamo fatto ua lettura l' anno scorso.
Per il primo, quello "più grosso", sono indeciso tra una quindicina di libri, tutti appartenenti al filone dei romanzi di formazione.
"Il rosso e il nero" Sthendal
"L' educazione sentimentale" Flaubert
"David Copperfield" Dickens
"Ragazzi di vita" Pasolini
"Agostino" Moravia
"Il sentiero dei nidi di Ragno" Calvino
"La ragazza di Bube" Cassola
"Il partigiano Jonny" Fenoglio
"Il sergente nella neve" Rigoni Stern
"Gli indifferenti " Moravia
"Il giardino dei Finzi Contini" Bassani
"Due di due" De Carlo
"Il signore delle mosche" Golding

Insieme, al pc, dopo aver registrato il vostro blog ( cosa che vale anche per chi ha preso l' iniziativa senza aspettare i dettagli e le indicazioni precise), ci faremo un' idea su questi romanzi. I primi due totalizzano circa 320 pag, ma sono più veloci dei Promessi Sposi. Il primo libro potrebbe essere da 300 pag. circa, anche un po' di più.
Vediamo cosa verrà fuori.
Il tema, romanzo di formazione, l' ho scelto perchè è un argomento che va incontro alla vostra ( e anche un po' mia ) dimensione, avendo inoltre una buona contestualizzazione didattica. Ciò significa che non ci farà storie nessuno!
Buon lavoro e buon pensiero.


Simone Ariot

domenica 13 settembre 2009

Non è mai troppo presto


Invertiamo le regole e la prassi. "Non è mai troppo tardi" è quella classica frase che ci siamo tutti sentiti dire da genitori, insegnanti, amici, fidanzati.........divenendo intercalare quotidinao e applicabile a infinite situazioni .

Per noi, per voi, non è mai troppo presto.

Perchè a noi piace partire da lontano e dal contrario di tutto e di tutti, piace distinguersi e tentare nuove strade e nuove sfide. Piace osare e provocare, faticare e cazzeggiare. Siamo studenti e insegnanti, lavoratori e vacanzieri. Siamo tutto e il contrario di tutto, ma soprattutto, quest' anno, saremo e sarete scrittori.
Parolone impegnativo e spaventevole, antico e autorevole, per noi sarà divertente, terapeutico e catartico.

Prima ancora di vederci vi scrivo e vi preparo al viaggio che compiremo insieme in quest' anno scolastico......e perchè no forse anche nei prossimi.

Mantenendo lo stile che ci ha caratterizzato l' anno scorso saremo sperimentatori e sperimentati di un nuovo modo di fare scuola, tanto on quanto off line, tanto virtuale quanto reale.

Il nostro bel romanzo storico ce lo siamo letti e gustato, e chi l' ha odiato si è fatto un'idea della sua importanza. Ci è servito per capire meglio il mondo del 600' e quello dell' 800', per conoscere il ruolo dell'uomo e della donna in quella società, il conflitto tra clero e nobiltà, ricchi e poveri, furbi e sprovveduti. Abbiamo capito che un romanzo è un modo come un altro, forse migliore, per comprendere il mondo, la vita e i conflitti che in essi vivono e si riproducono, anche se ambientati in un mondo che non è più il nostro.

Quest'anno continueremo l'esperienza e leggeremo insieme almeno due romanzi, uno dei quali lo concorderemo insieme, e ci dedicheremo a un nuovo, spero entusiasmante e sicuramente innovativo progetto didattico: scrivere un romanzo.

Non lo scriverò io, lo scriverete voi.

Come?

Non vi do ora altre notizie, preferisco in questo caso usare la parola che si ascolta, quella con un suono, quella che come dicevano i latini "....volat".
Una cosa è certa:Saremo i primi, e forse i soli, a sviluppare un percorso simile attraverso un blog.
Questo è il mio. Ma il vostro, molto più importante, lo creerete voi.

Cosa state aspettando?!


Simone Ariot