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mercoledì 23 dicembre 2009

Arrivano gli zombie


POST DAL CONTENUTO EMOTIVO INCENDIATO

Mercoledì 23 dicembre, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. Ora a disposizione. Per gli addetti ai lavori termine conosciuto, per chi non abbia mai insegnato le ore a disposizione sono quelle che un insegnante offre alla scuola per coprire e supplire eventuali colleghi malati.
Devo andare in una quinta, indirizzo scientifico. Prima di entrare in classe parlo con la loro insegnante di lettere e chiedo se può essere utile che vada avanti con il programma o, ancor meglio, simuli un colloquio d' esame. Risposta affermativa e dovuti ringraziamenti.
Entro in classe, è la penultima ora di lezione, ed essendo l' ultimo giorno di scuola non esiste la possibilità di un compito il giorno dopo o di un' interrogazione per cui studiare. Dovrei trovare quindi una classe disponibile, in teoria felice della possibilità che volevo offrire.
"Sono il prof. Ariot, insegno lettere, ho parlato con la vostra docente e possiamo andare avanti con Leopardi, da una prospettiva a cui non siete abituati, o simulare un colloquio d' esame, considerando che non vi conosco e quest' anno il commissario di lettere sarà esterno,quindi un buon esercizio per voi"
"Nooooooooooo"
"E' una possibilità che vi do, un favore che vi faccio disinteressatamente. Credo possa essere utile vedere come interroga un altro insegnante considerato che voi siete abituati con la stessa docente da anni".
Mi guardano come se avessi proposto loro di mangiare merda.
"Guardate che è una cosa senza voto"
Uno si alza , cambia banco, e mentre cammina "sinceramente......"
"ragazzi se non ve ne frega niente ditemelo subito, ribadisco che servirebbe a voi , non a me"
"sinceramente non ce ne frega niente"
Gli altri volti sono di persone in silenzio che non prendono posizione e decisioni. Mi guardano ma nemmeno troppo.
Percepisco la voce di una ragazza che timidamente dice ai compagni "io lo farei, se a uno non interessa fa a meno e non ascolta".
Subito si sente rumoreggiare, lei lo ripropone e il tipo di prima che dice "no no, è l' ultimo giorno".
"bene, non c'è problema, a me non cambia nulla."
Sbagliato, mi cambiava molto. Ero tremendamente incazzato per tre motivi.
1- rendermi conto che quella voce silenziosa non è riuscita ad imporsi
2- rendermi conto che in quella classe non c' erano persone ma fondamentalmente animali in procinto di diventare automi, o meglio, poveracci.
3- constatare che non sarebbe servito a nulla imporre la mia scelta in quanto quelli erano già fottuti a vita. E si vedeva anche solo guardandoli in faccia.

Cosa posso fare per i restanti 45 minuti? Considerando che l' ora successiva la mia classe doveva copiare il tema in bella copia non c'era argomento da ripassare, non avevo altri temi da correggere, né un quotidiano da sfogliare o un pc portatile in mano, né un cellulare smartphone con cui collegarmi ad internet. La sola soluzione possibile consisteva nell' osservare questo gruppo di presunti studenti. Forse, se avessi fatto lezione, potevo far capire loro che sono come le pecore del Canto notturno di Leopardi, animali che vivono giorno dopo giorno senza rendersene conto, senza sentire nulla, senza la coscienza di essere.
Che tristezza constatare questo.Un gruppo di diciottenni che per una volta possono farsi ascoltare su argomenti che hanno a che fare con la vita, e senza essere valutati da un voto, che rifiutano questa possibilità. E per far cosa? Ve lo dico subito: per starsene fermi a non far nulla per un ora. Questo è quello che hanno fatto. Non hanno letto un libro, non hanno nemmeno ascoltato musica. Qualcuno mandava sms pensando di non essere visto, altri parlottavano e a guardare le espressioni l' argomento poteva essere il sabato sera, la patente da fare, i regali di Natale........
Perchè un diciottenne non è interessato ad ascoltare una persona più grande di loro che propone una riflessione su un argomento che riguarda tutti?
Perchè si preferisce starsene muti e fermi come un automa invece di agire e far sentire la propria voce?
Perchè di fronte a uno che offre una possibilità unica la si scarta?

Ricordo quando ero studente. Un giorno viene a farci lezione un prof di un' altra classe. Entra, fa l' appello e comincia a parlarci dell' importanza dello studio del greco, di come questa lingua consenta di conoscere bene i significati delle parole e sia all' origine della cultura occidentale. Quel professore aveva anche un negozio di musica in città e al mattino insegnava latino e italiano. Era un mezzo genio poi quasi cacciato dalla scuola per i metodi che utilizzava, ma quella lezione, quell' ora di lezione, aveva cambiato qualcosa in me. Da quel pomeriggio mi lanciai nell' avventura di imparare il greco antico da solo, senza aiuto di nessuno, senza lezioni private. Ero in quinta liceo e mi sentivo inferiore ai miei amici del classico che studiavano greco. L' ho imparato? beh, almeno ho imparato a leggerlo e scriverlo, le parole principali, un minumo del sistema verbale. Se non fosse entrato in classe quell' insegnante io non avrei dedicato ore su ore allo studio di una lingua morta ma per un insegnante di lettere ancora preziosa. E tutto fu il frutto di un caso.
Ero affascinato da quell' uomo un po' strambo, che arrivava a scuola in bicicletta con una sciarpa rossa e i capelli perennemente spettinati. Credevo che in qualcosa potesse essere un maestro , che almeno avesse qualcosa da dire.
Beh, oggi qualcosa da dire ce l' avevo anch' io, ma nella classe che ho avuto davanti non c' era nessuno in grado di comprenderlo, salvo una persona forse, che non si è però battuta con il resto della classe per un suo diritto.
Triste realtà, soprattutto se questi fatti capitano in quella che è considerata la migliore scuola superiore della città.Un gruppo di ragazzi che dovrebbero poi andare all' Università e diventare classe dirigente. Oggi purtroppo è la prassi, anche al liceo, e allora non stupiamoci della disoccupazione, di un paese che va male e tanto altro.
Questa è la mia testimonianza prenatalizia, a meno di 48 ore dal mio trentesimo compleanno che sarà il 25 dicembre.
Comunque, come è andata a finire l' ora? Dopo dieci minuti di osservazione avevo i conati di vomito quindi block notes in mano mi sono programmato giorno per giorno ( non proprio) le attività per le mie vacanze. Almeno quell' ora è servita a qualcosa.
Trent' anni fa non sarebbe stato così, e si sarebbero potuti accendere dibattiti entusiasmanti. Ma un tempo, chi frequentava un liceo, era interessato e non schifava la cultura.
Oggi, nel miglior liceo scientifico dela città e forse della regione, si trova anche questo.
Ma siete tutti così? I destinatari privilegiati di questo blog, i ragazzi della 2ast, direi di no. O almeno lo spero. Nel caso contrario mi incazzo e li faccio tornare nella retta via.
E gli altri? Studenti perfettini e attenti ai voti, studenti inquadrati e dai risultati strabilianti, studenti che andranno alla Galileiana, alla Normale, ad ingegneria o tante altre belle eccellenze universitarie, siete tutti così?
Se ci siete battete un colpo, commentate e dimostratemi che non siete tutti così.
A chi invece si riconosce nella descrizione, i miei più sentiti auguri di natale, e soprattutto.......


Simone Ariot

venerdì 18 dicembre 2009

IO non aspetto


Non crediate di essere né i primi né gli ultimi ad ambientare un racconto all’ interno del vostro Liceo. Prima di voi illustri scrittori e ottimi giornalisti hanno scelto i corridoi di tetre scuole italiane o i giardini dei fantasiosi e forse mai esistiti college delle eavy league britanniche per consentire ai protagonisti più o meno squinternati di evolversi nelle loro azioni quotidiane. “Il Giovane Holden” che ben presto leggerete, “Dio di illusioni” ( Tartt), “Io sono Charlotte Simmons” ( Wolfe), “Prep” (Sittenfeld) e molti altri ne rappresentano un esempio. Probabilmente la scuola è un luogo dove tutti , chi più chi meno, hanno passato tempo prezioso della propria vita stimolando la fantasia più di molte innocue e banali case! Ma possiamo immaginare soprattutto che per l’ atmosfera di costrizione educativa che si respira e l’assoluta astoricità di molte lagne quotidiane, la scuola è e rimarrà realtà odiata a sufficienza da volerci scappare ma mai abbastanza da dimenticarla o non desiderarla diversamente. Abbiamo anche noi, nella dimensione del nostro liceo cittadino, un romanzo ( un vero romanzo) ambientato ( anche se non del tutto ufficialmente) in un liceo che potremo quasi identificare con il nostro. Si chiama “IO non aspetto”, ed è il prodotto della fatica di due insegnanti che si fanno rapire dalla trama della storia per portarci dentro una matrioska che scende sino all’ abisso della coscienza. Due professori ( un uomo e una donna) che si incontrano e decidono di scrivere un libro che parla di due professori che si incontrano, s’ attraggono e si lanciano nell’ avventura di un romanzo a 4 mani all’ interno del quale rinarrano le vicende di un’ altra coppia, questa volta non di insegnanti, alle prese con l’ amore, la quotidianità, l’amicizia, il lavoro……….
Federica Niola e Adriano Gennari sono gli autori insegnanti che spesso incrociate in corridoio , autori di un romanzo originale, spinto a tratti, che non risparmia battute di critica all’ambiente scolastico e a chi lo compone proponendo un’idea a tratti realistica dei momenti della scuola italiana. Una storia dentro la storia di una storia. Complicato?Matrioska? Meno di quanto si pensi. E sapete una cosa? Saranno loro a raccontarci come nasce e si sviluppa un racconto o un libro. Verranno a trovarci in classe!
E voi, giovani e promettenti scrittori? Siete pronti a perdervi tra i corridoi del liceo nel mezzo di una ricreazione, in palestra di notte o nell’ archivio blindato dove si depositano i compiti in classe? Siete sicuri di sapervi districare, almeno nella finzione, tra un insegnante inferocito e un altro timoroso degli studenti? E a cotte e cottarelle come state messi? Immagino abbiate diverse idee, io se fossi al vostro posto avrei da scrivere per centinaia di pagine per raccontare avventure sognate o capitate, come quella volta, l’ ultimo mio giorno di lavoro nella vecchia scuola, quando la sera della festa di fine anno, nel laboratorio di meteorologia………….
Simone Ariot
Io non aspetto, ex cogita editore, 12.50 euro

giovedì 10 dicembre 2009

Popolo Abruzzese, unitevi!!!





Uomini e donne teatini, abruzzesi,bombaroli ( comune di Bomba), rispondete al nostro appello, fatevi sentire e tirate fuori la voce, o meglio, le parole!!!!
Siamo lusingati dal sapere che c'è qualcuno tra Voi che ci segue regolarmente, tutti i giovedì e non solo. Perchè non vi presentate e non ci raccontate qualcosa? ad esempio perchè non rivelarci la vostra identità? abbiamo formulato diverse possibili soluzioni per svelare l' arcano mistero, ma non possiamo capire se la nostra capacità investigativa sia abbastanza buona!!!! Qualcosa su di voi la sappiamo, ad esempio che mediamente state sul blog per 6 minuti e 2 secondi, che nell' ultimo mese c'è stato un nuovo visitatore ogni due visitatori abituali, che l' 80% di voi usa Explorere e il 20% firefox,che nessuno ha il Mac e che la maggior parte di voi ci raggiunge attraverso una sorgente diretta, vale a dire digitando l' indirizzo internet senza arrivare direttamente dal motore di ricerca.
Siete stupiti?
Bhe, come vedete con le nuove tecnologie ce la caviamo e sappiamo sfuttarle bene.
Se ci dite chi siete potremmo anche rivelarvi la nostra fonte!!!!
Fatevi sotto, aspettiamo una rivelazione!!!!!
Basta che adottiate un profilo di anonimo e commentiate questo post.
Chissà, magari, se come sospettiamo siete una classe di scuola, potrebbe nascere un gemellaggio!!!!!

Simone Ariot