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mercoledì 20 febbraio 2013

Giannino e il narcisismo pericoloso. Ma possiamo anche bypassare




Scrive  Stefano Folli sul Sole 24di oggi, a proposito di Giannino e dello scandalo sul master inesistente: "Al di là dei passi falsi del personaggio, sulle cui ragioni potrà pronunciarsi uno psicologo, resta la necessità di non disperdere il patrimonio di idee che Giannino ha saputo immettere in una delle più brutte campagne elettorali degli ultimi anni.......".

Anch’io credo che uno psicologo, o meglio uno psicoanalista, potrebbe avere molto da dire su Giannino, anzi molto da ascoltare da Giannino. Così come da Berlusconi, Grillo e altri personaggi che, di fatto, sono evidentemente affetti da un narcisismo anche patologico con strascichi di sindrome da onnipotenza diffusa. Queste situazioni portano all'inconsapevolezza di sé, al non vedere in sé cose che si vedono negli altri, a sentirsi quasi in una bolla di immunità che libera da ogni rischio. Tutti i leader della storia lo sono stati. Anche Gandhi. Per esporsi mediaticamente come outsider, è necessario essere narcisisti. Senza, non ci si potrebbe nemmeno candidare come rappresentante d’istituto al liceo.
E’ un dato di fatto.
A Giannino ha fregato l’inesperienza da outsider politico. La novità. Non è inesperto di politica, sia chiaro. Ne sa più di tutti gli altri, questo è evidente anche a chi lo odia. Manca l’esperienza della politica dal basso, quella che si fa probabilmente in consiglio comunale, in provincia potremo dire. Perché se ci fosse stata, si sarebbe già creato un episodio simile nella sua vita, e avrebbe così imparato a frenare certi impulsi che invece, in una campagna elettorale nazionale, non si fanno perdonare.
Chissà cosa passava per la sua mente quando, in più occasioni, ha sentito il bisogno di mentire sui titoli. Forse la frustrazione di non essere titolato (laurea o master che sia) quando da un personaggio come lui ci si aspetterebbe che lo fosse? Forse. Oppure l’insicurezza, che sta spesso alla base dei narcisisti, l’essere tanto apparentemente sicuri quanto realisticamente insicuri? Forse.
Ma siccome non siamo al festival della psicoanalisi e nemmeno in un corso di storia contemporanea del 2025 in cui si raccontano i fattacci della campagna 2013, credo che questo fatto si possa anche superare. Onestamente, se ha mentito, la questione mi infastidisce. Perché è un errore che si farà pagare. Ma se mi soffermo sull’oggetto su cui si dibatte………ci passo sopra. L’elettore, oltre al personaggio, sarebbe il caso che guardasse anche al programma. Come d’altra parte fanno per gli altri politici. Nei confronti di un Grillo condannato all’omicidio, un Berlusconi indagato, un Bossi o altri  che nella storia hanno avuto comportamenti a sfondo razzista in numerosissime occasioni.
Onestamente, che abbia o meno un master e le due lauree, non mi interessa proprio. E la menzogna riguarda lui e la sua sfera personale e non l’aria nuova che ha portato alla politica italiana in cui, master o non master, ce n’era evidentemente bisogno. D’altra parte, se un politico dice alla moglie di amarla e poi la tradisce, non significa che non possa essere un buon amministratore della cosa pubblica. Da che mondo e mondo.
Simone Ariot