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domenica 27 marzo 2011

La rivoluzione alimentare, in diretta tv !

Cosa succede quando un cuoco, per di più inglese, si mette in testa di voler cambiare le abitudini alimentari degli americani, anzi, degli studenti americani? Beh, Jamie Oliver l'ha provato sulla propria pelle, dandone testimonianza nella trasmissione "Jamie Oliver in USA. La mia rivoluzione". Huntington è la cittadina americana dove inizia questo viaggio, questa scommessa, con la maggior percentuale di obesi degli Stati Uniti, dove i giovani sono destinati a vedersi abbassata la propria aspettativa di vita a causa della scorretta alimentazione, dove le persone si muovono per strada con delle carrozzine elettriche perchè sono ingrassate al punto da non potersi più muovere. Per la prima volta una generazione sa di non poter vivere quanto i propri genitori, e gran parte della responsabilità ce l'ha l'alimentazione. Jamie parte quindi dalle scuole e dalle loro mense, analizzando ogni elemento utile per riuscire a portare un cambiamento che possa riavvicinare le persone ad una alimentazione corretta. Nelle mense scolastiche infatti viene servito un cibo spazzatura, iper calorico, privo della composizione che qualsiasi persona di buon senso saprebbe riconoscere. Junk food, cibo spazzatura, che va dal latte alla fragola alla gelatina colorata, dal cheese burger pieno zeppo di grassi alle patatine fritte e strafritte.
Ma non sono solo le abitudini e il gusto che devono cambiare, perchè vi è tutto un sistema perverso che porta le scuole e le loro mense a scegliere quei fornitori che garantiscono molta quantità a prezzi bassissimi, senza invece andare alla ricerca di quei prodotti freschi, del territorio e quindi a km zero, che garantirebbero la salute.
A noi italiani sembra impossibile che alcuni paesi, per di più ricchi, si riducano a tal punto. Ma seguendo la trasmissione sul canale Cielo (26 digitale terrestre), si comprende molto bene quali sono le dinamiche che regolano questi giochi. E si capisce ancora di più che riuscire a cambiare le abitudini è molto difficile, ma possibile. Jamie Oliver insegna. Ne avremmo bisogno anche noi?
Simone Ariot

8 commenti:

  1. Sicuramente la situazione in America è inquietante, basta pensare al film-documentario del 2004 "Super Size M", che segue un esperimento portato avanti dal regista: per un mese (30 giorni) egli ha mangiato solo ed esclusivamente cibo di una catena mondiale di fast food interrompendo contemporaneamente ogni attività fisica e documentando tutti i cambiamenti fisici e psicologici avvenuti. Oltre a questo si pone in evidenza l'enorme potere della catena sull'industria dei fast food e come questa incoraggi un'alimentazione povera per massimizzare il proprio guadagno.
    La parte più interessante è che l'iniziativa prende le mosse da un episodio di cronaca del 2002, ben nove anni prima del progetto descritto nell'articolo: due ragazze statunitensi citarono in giudizio la catena di fast-food dichiarando "se siamo obese è colpa sua". La difesa puntò sul fatto che non c'erano prove che un'alimentazione basata esclusivamente o principalmente sui fast-food avesse effetti simili.
    Anche in Italia la situazione non è delle migliori e l'obesità, soprattutto infantile, sta aumentando con il passare degli anni. E' anche vero però che qui da noi grazie alla dieta mediterranea e alla maggiore varietà di alimenti, è più facile avere un'alimentazione equilibrata, che nel mio parere può aiutare a combattere tale fenomeno.

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  2. Credo che l'obesità in America stia diventando quasi una caratteristica, questo perchè gli americani non seguono un'alimentazione equilibrata e per la fretta o semplicemente per abitudine mangiano presso i fast-food, dove trovare un alimento sano e leggero é un'impresa impossibile! Ormai per gli americani è abitudine mangiare patatine fritte a pranzo o un buon hot-dog poichè sono cibi veloci e saziano facilmente. Penso che gli americani siano a conoscenza delle calorie e della qualità del cido da fast-food, però la comodità ed il piacere di mangiare un hamburger o delle patatine fritte prevale sulla classica insalata con una buona bistecca grigliata che sicuramente è meno calorica e più salutare. L'idea di Jamie Oliver è a dir poco un'idea geniale: inserire all'interno delle mense scolastiche un buon pranzo basato su alimenti sani, che aiuta la crescita dei ragazzi e il mantenimento del loro corpo in un'ottima forma. Sicuramente gli americani non promuoveranno mai una campagna contro l'hot-dog o il mitico hamburger, poichè questi rientrano nella loro cultura e nel loro stile di vita.

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  3. Se raccontassimo a un bambino africano malnutrito che ci sono paesi in cui le persone muoiono perchè mangiano troppo molto probabilmente non ci crederebbe, è una cosa assurda che non può essere vera!E invece è proprio così!L'obesità è un problema che sta investendo migliaia e migliaia di giovani "occidentali" e gli Stati Uniti hanno il triste primato di essere al primo posto come numero di persone affette da questa malattia. Penso che questo rifletta una società malsana, una società poco equilibrata che non riesce più a distinguere ciò che fa bene da ciò che fa male. Gli U.S.A. stanno spendendo molte energie e molto denaro per contrastare l'obesità ma si tratta sicurament di una battaglia ardua perchè ormai il fast food è entrato a far parte della cultura, dal dna americano e sappiamo bene quanto è difficile riuscire a far cambiare stile di vita a una nazione!Anche la stessa Michelle Obama sta promuovendo una campagna a favore del consumo di cibi più sani ma il solo fatto che ogni giorno vengono aperti nuovi fast food di catene che stanno avendo sempre più successo scoraggia un po' questi tentativi!Fortunatamente ci sono delle persone come Jamie Oliver che fanno ben sperare.Spero che abbia successo nella sua "impresa impossibile".

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  4. Il problema dell’obesità è certamente una delle questioni più gravi per le nuove generazioni. La principale causa di tutto ciò è la dieta sbagliata, ma ha molto rilievo anche la mancanza di un’attività fisica. La situazione è particolarmente grave negli Stati Uniti, dove molti bambini vivono di fast-food e videogame. Ma siamo così sicuri che in Italia la situazione sia molto migliore? Certamente il nostro paese ha una tradizione molto diversa, però, anche qui, negli ultimi anni, l’idea di mangiare un hamburger o un hot dog è sempre più comune. La “dieta all’americana” è molto apprezzata, soprattutto tra i giovani, per la velocità e il bassissimo costo dei piatti. Ma allo stesso tempo questo tipo di alimentazione ha come svantaggio l’essere ipercalorica. In questo ambito credo molto importante l’azione di informazione di Jamie Oliver e di molti altri sui danni che può avere una dieta scorretta. Anche per l’obesità vale il detto: prevenire è meglio che curare! Speriamo che non sia già troppo tardi.

    Bazzan Nicola 2ds

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  5. Credo che la cattiva alimentazione sia un problema di sempre maggiore rilievo. Gli USA ne sono particolarmente colpiti, e ho paura che, come succede per molti avvenimenti, ciò che si verifica oggi negli stati federati americani tra alcuni anni si riproporrà anche in Italia. Si può già notare, infatti, una notevole crescita della percentuale di giovani italiani in stato di notevole sovrappeso.
    Il problema maggiore è, come sottolineava Eleonora, che il cibo spazzatura è entrato a far parte della cultura statunitense e modificare la cultura di un Paese è proprio una missione impossibile.
    In Italia,però, il fast food non rientra nei tradizionali usi e costumi e questo lascia sperare che questa malattia possa essere prevenuta tramite delle campagne sanitarie..prima che sia troppo tardi!
    Penso che a scuola si parli troppo poco di questa problematica e che più attività correlate all'educazione alimentare potrebbero costituire una rilevante sensibilizzazione nei giovani. Questi sono i primi ad essere colpiti dal fenomeno dell'obesità e perciò a loro per primi va insegnata l'importanza di mangiare cibi sani.

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  6. Personalmente non sono d’accordo con quello con quello che ha detto Sergio. Certo alcuni tipi di obesità non hanno nulla a che vedere con lo stile di vita e con il cibo, ma se la maggior parte delle persone in Paesi come gli Stati Uniti scegliessero un’alimentazione più equilibrata la percentuale di obesi diminuirebbe e forse non si sarebbe costretti ad avere negli alberghi americani dei letti giganti. Lì mangiare ai fast-food è una consuetudine ormai radicata, il cibo spazzatura fa parte della quotidianità e così questo problema è diventato “normale”. Che la situazione cambi è a mio parere molto difficile (almeno per i prossimi anni) trovo lo stesso ammirevole il tentativo di Jamie Oliver. Spero solo che per il futuro non si abbia bisogno di un Jamie Oliver anche per noi italiani, nel caso abbandonassimo la dieta mediterranea (lenta, salutare e a basso impatto ambientale) per quella dei fast-food.

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  7. Secondo me , come dicevano anche altri, è molto bello che ci sia qualcuno come Jamie Oliver che crede nei propri sogni e quindi ci mette passione- e devo dire che, dopo aver visto il video sul suo viaggio in Italia, mi sembra davvero una persona di questo tipo.
    Ovviamente, però, è necessario anche che i manager delle grandi catene di fast-food, recepiscano il messaggio e comprendano che potrebbe essere importante attivarsi a favore degli altri, magari creando una linea di prodotti in grado di rispettare ambiente, persone che producono e persone che consumano. Detto così sembra un’utopia, ma credo che questo sia il progresso:qualcosa di nuovo che ci permetta di svilupparci tutti insieme e anche con la Terra. Non per essere del partito ambientalista o perché si ha la tessera del WWF, ma perché presto sarà un problema di tutti.
    Tornando al problema più specifico dell’obesità credo anch’io abbia un insieme di cause:dal tipo di alimentazione alla velocità di consumazione, fino allo stile di vita più in generale.
    Credo, infine, che l’alimentazione tipica italiana sia un buon esempio per tutti, ma che necessiti di essere maggiormente conosciuta, apprezzata e diffusa. Quindi è anche vero che sono molto importanti le lezioni scolastiche sul tema sana alimentazione. In Italia mi sembra che ci sia già qualcosa del genere ben avviato…solo bisognerebbe far apprezzare a tutti l’importanza di mangiar bene, contrastare un po’ lo stereotipo del “che bello mangiamo al Mac”, oppure lasciare che sia soltanto una bella occasione per mangiare qualcosa di differente, senza che diventi mai uno stile di vita. Come tutte le cose, insomma, meglio non esagerare mai.

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  8. Il, così detto, junk food sta prendendo sempre più piede, amato soprattutto dai bambini, sempre più a rischio di obesità. Come dice Federica, uno dei tanti problemi è che si cerca di non parlare di questa patologia anche se la cosa più giusta sarebbe iniziare a sensibilizzare di più sugli errati comportamenti alimentare e le loro conseguenze.
    A mio parere, però, in Italia ci si salva grazie alla lunghissima tradizione culinaria che per generazioni e generazioni ha impegnato le massaie, che hanno tramandato le loro conoscenze e ci permettono di poter scegliere tra moltissime piatti diversi che combinano con fantasia la grande varietà di prodotti disponibile. Noi italiani siamo così abituati a questo che anche quando continuano a nascere nuovi tipi di hamburger, optiamo per i classici spaghetti.
    L'idea di questo cuoco è una vera e propria rivoluzione per l'America, patria del fast-food. Come dice la parola stessa ci si riferisce a quei cibi che in poco tempo garantiscono molto nutrimento, ideali per chi, come spesso accade ai lavoratori, può concedersi solamente una breve pausa pranzo.
    Penso che gli Usa dovrebbero ascoltare Jamie e capire che la possibilità di scegliere un cibo migliore c’è!

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