A volte si deve. E,
purtroppo, quando si tratta di scegliere, si fa una scelta amara e si va in
pausa con ciò che più si ama.
Infatti sta andando così:
in questo periodo zero sport , non una discesa con gli sci, il blog che perde
post per strada, cineforum dimenticato da due mesi, buon cibo scomparso dal
palato, riviste alle quali sono abbonato che mi aspettano lì, nel comodino delle
cose dimenticate, ancora incelofanate, che mi guardano implorandomi di
aprirle...........Purtroppo a volte è così, si è sommersi dal lavoro, e quando
hai un paio d'ore .......crolli, letteralmente. Nel senso che magari arriva una
giornata che si potrebbe sfruttare per fare ciò che si ama e invece le forze
vengono a mancare e ........ci si addormenta, letteralmente. Poi, ti svegli una
mattina in orari in cui non c'è più il buio, ti senti riposato, e ti rendi
conto che ci sono 60 temi da correggere e altri 20 test di Dante da finire!
Guardi fuori dalla finestra, e capisci che la pioggia ci sta, almeno non ti
viene voglia di uscire per fare una passeggiata! Poi apri il pc, e noti che
mancano 3 giorni alla chiusura in redazione delle prossime riviste e che mancano
ancora 6 pezzi da scrivere.........ma non basta. In questi momenti chiaramente
capitano anche gli imprevisti, il dentista, il commercialista, mille cose tutte
insieme. E poi gli altri progetti, le consulenze che slittano, il cliente che
non ti paga e che devi andare a recuperare.......
A volte è proprio un bel
casino!
Ricordo quando ero
adolescente, e dentro di me pensavo a come sarebbe stata la mia vita a 30 anni.
La immaginavo piena di tempo libero, con la sola preoccupazione di dover
decidere cosa fare, a quale tra le tanti passioni avrei potuto dedicarmi,
immaginando quasi per forza che il lavoro sarebbe stato lì presente a chiederti
poco e offrirti molto. Poi, un po' alla volta ma probabilmente troppo in
anticipo, la vita vera ti arriva addosso e ti rendi conto che di tempo non ce
n'è, che si smaterializza, che ti sfugge dalle mani. In men che non si dica ti
trovi a far parte di quel terribile club in gergo chiamato over
80, dove 80 non sono gli anni ma le ore di lavoro che si fanno in una
settimana. Un club brutto e triste, dove molti ambiscono ad entrare nel livello
top, l'over 100, per consacrarsi a 15 ore di lavoro al giorno, sette giorni su
sette. Ho visto l'over cento, l'ho conosciuto. In alcuni periodi dell'anno devo
entrarci, ma mi auguro che accada sempre meno perchè è proprio un brutto mondo,
una sorta d' inferno. Il fatto è che uscirne non è semplice. Senti come
qualcosa che ti tiene legato lì, senti gli impegni che sono grandi, senti le
aspettative degli altri, e le tue. Soprattutto senti la paura di finire
in quell'altro club, l'under money, quello di chi non arriva a
fine mese avendo però molto tempo a disposizione. E oggi questa paura è viva in
molti, anche in chi non teme la fatica, chi è propenso al sacrificio. I
giornali ne parlano, il costo della vita è sempre più alto, difficoltà a
farsi pagare, ad ottenere contratti..... Per questo tra i due club, se devo
scegliere, scelgo l'over 80, sperando prima o poi si trasformi in over 70, over
60, over 50, over 40.....e va bene così. A volte è il prezzo che si deve
pagare per poter raggiungere un obiettivo importante, una certa autonomia, o
anche semplicemente per sapere di potercela fare e poi non essere
obbligati a farlo. L'importante è che non diventi l'obiettivo, la meta, la sola
ed unica scelta. Per alcuni è così. Generalmente sono quelli che a 25 anni
sognano di averne 40 e il successo garantito. A 30 sono contenti perchè non
escono prima di mezzanotte dall'ufficio, a 35 sono esaltati perchè si sentono
più fighi, più giusti, più desiderabili. A 40 si sentono soli, perchè tutti gli
altri si stanno facendo una famiglia e guardandosi intorno scoprono di essere
rimasti gli unici. Allora ricominciano a fare i 20enni, staccano un po' con il
lavoro e giocano a divertirsi. Ma a quel punto è troppo tardi, e sono diventate
delle macchiette per divertire gli altri.
Oggi mi sono ripreso un
po' del mio tempo, quello che mi faccio rubare ogni giorno dal lavoro, quello
che quantifico in una sorta di clessidra semitrasparente che riesce ancora a
mentire almeno un po'. Oggi mi sono alzato dal letto più tardi, ho fatto un po'
di ginnastica giusto per constatare che ne ho bisogno, ho scritto questo post,
ho fatto una colazione più lunga del solito, ho pensato. Oggi sono stato un po'
più vivo, un po' più me. A volte fa bene. Vorrei riuscire a farlo più spesso,
questo almeno è l'obiettivo. Speriamo di farcela, perchè ogni tanto ci vuole.
Simone Ariot
La vista offuscata dal poco riposo, la mente annebbiata e confusa tra i mille impegni. La sensazione che la vita scorra lontana, troppo lontana, che il domani non presenti alcuna emozione, ma solo il ripetersi di una routine, frenetica, fatta di incastri di orari. Credo succeda a tutti. Ed è allora che capisco quanto vorrei prendere una boccata di aria pura, fare ciò che più amo fare, senza sentirmi in colpa e senza la paura di sprecare solo tempo. Sento la necessità di fermare tutto per un momento. Una pausa di silenzio per ascoltare il battito del mio cuore, per calmarmi. Una pausa per riappropriarmi della mia esistenza, che non vuole essere costretta tra impegni soffocanti. Una pausa per respirare, per pensare e farmi trasportare via dalle emozioni. Ma la mia pausa, per fortuna abbastanza frequente in certi periodi, è costituita anche da persone, persone speciali capaci di ricordami che la mia vita non è un’agenda fitta di studio e appuntamenti inderogabili. Quelli sono le mie occupazioni, non i miei pensieri, sogni ed emozioni.
RispondiEliminaQuesti tre giorni di vacanza sono stati come una mano dal cielo... ci voleva proprio un pò di riposo.
RispondiEliminaTutti dicono che fare lo studente non é così difficile come andare a lavorare, ma nessuno pensa che anche noi studenti ci svegliamo alle 6 del mattino, o chi viene da lontano anche prima, che anche noi come tutti i lavoratori la mattina siamo talmente stanchi da non renderci nemmeno conto di quanti cereali abbiamo messo nella tazza, alla fine della giornata siamo sommersi da compiti e impegni che molto spesso nemmeno si riescono a mantenere. Durante questi tre giorni mi sono alzata tardi e ho fatto delle colazioni che di solito le faccio solamente durante le vacanze estive, non mi sono preoccupata né della scuola né dei voti che dovrò ricevere in questi giorni... insomma mi sono presa del tempo per me stessa e credo che ogni tanto faccia bene a tutti; dallo studente 16enne, all'adulto 40enne con moglie e figli.
GIULIA BELLOTTO 2ell.