Translate

giovedì 1 marzo 2012

L'anno che verrà, senza di Te.




Stavo per scrivere di altro. Di Proust e del suo celebre questionario. Ma evidentemente slitterà, in avanti intendo. Dico "stavo" perchè effettivamente ero lì, pronto anzi prontissimo e addirittura preparato. Come un promemoria se ne stava lì, in uno di quei post-it gialli e appiccicosi con un bel messaggio in evidenza. C'era scritto "post questionario Proust Parolefantasiose". E invece le cose possono cambiare all'ultimo momento, se si è in un giorno speciale. In questo caso per nostalgia. Già, perchè curiosando tra le altrui bacheche di Faccialibro vedo che Emma, una mia vecchia compagna di scuola, ha condiviso un video, di Lucio Dalla. "L'anno che verrà (1979)" con immagini che scorrono del cantautore, conosciuta da molti come "Caro amico ti scrivo". Una canzone che tutti hanno canticchiato o ascoltato. Una canzone citata anche nei film, come su Marrakech Express, o molti altri , ma soprattutto canzone ricordata, da tutti. Una canzone che nemmeno sapevo fosse stata presentata nel 1979, il mio anno di nascita, come dice Emma, e come dico anch'io. 33 anni sono passati da quella canzone, ma lei se ne sta lì pronta a risuonare nella musica e nel significato. Una televisione che annuncia una grande trasformazione, l'arrivo di un mondo incredibile, in cui tutto funziona alla meraviglia, in cui le leggi della fisica e della moralità si rovesciano. "Senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età". E invece è sparito lui, il Lucio nazionale insieme al suo omonimo di nome e quasi di compleanno ( Battisti infatti era nato il giorno dopo Lucio Dalla). Una canzone sul tempo che passa, ma anche e soprattutto delle cose che restano. Passano i giorni e le ore, restano le emozione e resta l'amicizia. Caro amico ti scrivo, "ma sono qui" ci verrebbe da dire. E anche lui, Lucio, può anche andarsene come ha appena fatto, ma resta qui, con noi. Resta nelle sue canzoni, nella sua figura pulcinellosa, nel suo berretto e nel suo clarinetto. Resta in 4 marzo 1943 ( giorno del suo compleanno e titolo di una straordinaria canzone), in Piazza Grande, in Caruso, in l'ultima luna, in Anna e Marco......Resta nelle parole che ha trasformato in emozioni, ma resta anche nei nostri, unici e intimi momenti. Perchè ciò che  rimane in eterno, diventa anche di altri. Come la poesia, che non muore e non dorme mai, come l'arte . Ciao Lucio

Simone Ariot

Nessun commento:

Posta un commento