Stavo per scrivere di altro. Di Proust e
del suo celebre questionario. Ma evidentemente slitterà, in avanti intendo.
Dico "stavo" perchè effettivamente ero lì, pronto anzi prontissimo e
addirittura preparato. Come un promemoria se ne stava lì, in uno di quei
post-it gialli e appiccicosi con un bel messaggio in evidenza. C'era scritto
"post questionario Proust Parolefantasiose". E invece le cose possono
cambiare all'ultimo momento, se si è in un giorno speciale. In questo caso per
nostalgia. Già, perchè curiosando tra le altrui bacheche di Faccialibro vedo
che Emma, una mia vecchia compagna di scuola, ha condiviso un video, di Lucio Dalla. "L'anno che
verrà (1979)" con immagini che scorrono del cantautore,
conosciuta da molti come "Caro amico ti scrivo". Una canzone
che tutti hanno canticchiato o ascoltato. Una canzone citata anche nei film,
come su Marrakech Express, o molti altri , ma soprattutto canzone
ricordata, da tutti. Una canzone che nemmeno sapevo fosse stata presentata nel
1979, il mio anno di nascita, come dice Emma, e come dico anch'io. 33 anni sono
passati da quella canzone, ma lei se ne sta lì pronta a risuonare nella musica
e nel significato. Una televisione che annuncia una grande trasformazione,
l'arrivo di un mondo incredibile, in cui tutto funziona alla meraviglia, in cui
le leggi della fisica e della moralità si rovesciano. "Senza grandi
disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età".
E invece è sparito lui, il Lucio nazionale insieme al suo omonimo di nome e
quasi di compleanno ( Battisti infatti
era nato il giorno dopo Lucio Dalla). Una canzone sul tempo che passa, ma anche
e soprattutto delle cose che restano. Passano i giorni e le ore, restano le
emozione e resta l'amicizia. Caro amico ti scrivo, "ma sono qui" ci
verrebbe da dire. E anche lui, Lucio, può anche andarsene come ha appena fatto,
ma resta qui, con noi. Resta nelle sue canzoni, nella sua figura pulcinellosa,
nel suo berretto e nel suo clarinetto. Resta in 4 marzo 1943 ( giorno del suo
compleanno e titolo di una straordinaria canzone), in Piazza Grande,
in Caruso, in l'ultima luna, in Anna e
Marco......Resta nelle parole che ha trasformato in emozioni, ma resta
anche nei nostri, unici e intimi momenti. Perchè ciò che rimane in
eterno, diventa anche di altri. Come la poesia, che non muore e non dorme mai,
come l'arte . Ciao Lucio
Simone Ariot
Nessun commento:
Posta un commento