Amo cucinare. Più precisamente, amo sperimentare in cucina, nel pieno e confusionario disordine tipicamente maschile di chi cucina non per necessità ma per vezzo.
Abituato fin dalle origini a protestare sulla cucina altrui, ad un certo punto mi sono dovuto cimentare io, un po' alla volta , per ricavarne fuori qualcosa.
La cosa interessnate è che mi è piaciuto molto, soprattutto se si tratta di cucinare per altri e non solo per se stessi. Forse centra anche il fatto che alle donne gli uomini che cucinano piacciono, e quindi è doveroso imparare, ma nel mio caso direi che l' aspetto più attraente è legato alla sperimentrazione, all' uso della creatività e degli ingredienti da mescolare e proporre.
Vedo la cucina come la vita e gli ingredienti come le parole della lingua, in questo caso la nostra lingua. Messe insieme fanno delle frasi, più o meno belle, più o meno colte, più o meno comprensibili. Ci sono momenti per alcune frasi che messe in sieme producono un testo, magari comico ,nostalgico, poetico o sessuale. Allo stesso tempo gli ingredienti possono trovarsi bene o male fra loro, dando vita a una combinazione infinita di piatti e portate che escono una dopo l' altra dall' amata/odiata cucina.
Manzoni diceva che il romanzo è come un pianoforte con il quale poter suonare di tutto e io dico che lo stesso concetto vale anche per la cucina, perchè le note sparse ( ingredienti) possono creare sonorità inaspettate che ci allietano e accompagnano in uno dei momenti privilegiati della socialità: il pranzo o la cena.
A me piace cucinare soprattutto quando sono in vacanza, con amici e amiche, magari in una cucina all' aperto e mai per meno di 4 persone. Mi piace andare a fare la spesa al mattino presto, magari al mercato, e riordinare tutti i prodotti sul piano di lavoro vicino alla cucina. Quando sono in montagna cucino in un piccolo angolino, ma con il tempo ho imparato ad organizzarmi bene, mentre al mare ho a disposizione spazi più grandi, magari all' aperto. Da qualche anno ho contagiato gli amici e tutte le estati, il 21 giugno, ci facciamo un week end in spiaggia, con le tende e una sorta di cucina improvvisata ma dotata di tutto il necessario: barbecue costruito con quanto di utile si trova in spiaggia, piani di lavoro costituiti da vecchi bidoni usati dalle navi per il trasporto di liquidi.........
A volte, ho la possibilità di cucinare a casa di un amico che per lavoro costruisce cucine. Siamo a Vicenza e se vi dico che si tratta di cucine di lusso non ci mettete troppo a capire quale sia il marchio: pensate che a casa sua la cucina è in una stanza da 150 mq, sembra di essere al ristorante e cucinare li è fantastico. Per uno scrittore sarebbe come poter scrivere un racconto nella biblioteca più bella del mondo, contornato dai libri che hanno fatto la storia.
Ma quando si crea un piatto nuovo, che forse qualcun altro ha già preparato o preparerà, si deve attribuirgli un nome. Che piatto sarebbe senza nome? Che romanzo sarebbe senza titolo?
Tra le mie creazioni quella di cui vado più fiero è il "Piatto del marinaio povero". Si tratta di una variazione sul tema di un piatto che mi ha insegnato uno skipper, quando nel 2004 mi trovavo con lui e gli facevo da secondo ( significa aiuto skipper) in una traversata. Il nome lo si spiega immediatamente: Gli ingredienti sono talmente economici che con 4 euro si può cucinare un piatto di pesce per dieci persone. Alici ( quelle in foto) appena scottate in padella con olive nere, pomodorini, cipolla, peperoncino e prezzemolo. Esteticamente è divertente da vedere, ci sono i colori vivaci come il rosso, il verde e l' effetto metallizzato delle alici......
Ma se penso ad altri piatti, questa volta non miei, mi vengono in mente nomi straordinari, che spiegano molto bene il potere suggestivo della parola.
"Note di zenzero dal deserto marocchino", " Ricordi di un passato im-bufalito" " sogno di un oriente mai visto" sono solo alcuni tra i bizzarri nomi che nel corso delle mie peregrinazioni enogastronomiche ho incontrato.
E voi? Quali nomi curiosi di ricette conoscete?
Per fonti e ispirazioni gastronomiche, vedi il link in alto a dx
Abituato fin dalle origini a protestare sulla cucina altrui, ad un certo punto mi sono dovuto cimentare io, un po' alla volta , per ricavarne fuori qualcosa.
La cosa interessnate è che mi è piaciuto molto, soprattutto se si tratta di cucinare per altri e non solo per se stessi. Forse centra anche il fatto che alle donne gli uomini che cucinano piacciono, e quindi è doveroso imparare, ma nel mio caso direi che l' aspetto più attraente è legato alla sperimentrazione, all' uso della creatività e degli ingredienti da mescolare e proporre.
Vedo la cucina come la vita e gli ingredienti come le parole della lingua, in questo caso la nostra lingua. Messe insieme fanno delle frasi, più o meno belle, più o meno colte, più o meno comprensibili. Ci sono momenti per alcune frasi che messe in sieme producono un testo, magari comico ,nostalgico, poetico o sessuale. Allo stesso tempo gli ingredienti possono trovarsi bene o male fra loro, dando vita a una combinazione infinita di piatti e portate che escono una dopo l' altra dall' amata/odiata cucina.
Manzoni diceva che il romanzo è come un pianoforte con il quale poter suonare di tutto e io dico che lo stesso concetto vale anche per la cucina, perchè le note sparse ( ingredienti) possono creare sonorità inaspettate che ci allietano e accompagnano in uno dei momenti privilegiati della socialità: il pranzo o la cena.
A me piace cucinare soprattutto quando sono in vacanza, con amici e amiche, magari in una cucina all' aperto e mai per meno di 4 persone. Mi piace andare a fare la spesa al mattino presto, magari al mercato, e riordinare tutti i prodotti sul piano di lavoro vicino alla cucina. Quando sono in montagna cucino in un piccolo angolino, ma con il tempo ho imparato ad organizzarmi bene, mentre al mare ho a disposizione spazi più grandi, magari all' aperto. Da qualche anno ho contagiato gli amici e tutte le estati, il 21 giugno, ci facciamo un week end in spiaggia, con le tende e una sorta di cucina improvvisata ma dotata di tutto il necessario: barbecue costruito con quanto di utile si trova in spiaggia, piani di lavoro costituiti da vecchi bidoni usati dalle navi per il trasporto di liquidi.........
A volte, ho la possibilità di cucinare a casa di un amico che per lavoro costruisce cucine. Siamo a Vicenza e se vi dico che si tratta di cucine di lusso non ci mettete troppo a capire quale sia il marchio: pensate che a casa sua la cucina è in una stanza da 150 mq, sembra di essere al ristorante e cucinare li è fantastico. Per uno scrittore sarebbe come poter scrivere un racconto nella biblioteca più bella del mondo, contornato dai libri che hanno fatto la storia.
Ma quando si crea un piatto nuovo, che forse qualcun altro ha già preparato o preparerà, si deve attribuirgli un nome. Che piatto sarebbe senza nome? Che romanzo sarebbe senza titolo?
Tra le mie creazioni quella di cui vado più fiero è il "Piatto del marinaio povero". Si tratta di una variazione sul tema di un piatto che mi ha insegnato uno skipper, quando nel 2004 mi trovavo con lui e gli facevo da secondo ( significa aiuto skipper) in una traversata. Il nome lo si spiega immediatamente: Gli ingredienti sono talmente economici che con 4 euro si può cucinare un piatto di pesce per dieci persone. Alici ( quelle in foto) appena scottate in padella con olive nere, pomodorini, cipolla, peperoncino e prezzemolo. Esteticamente è divertente da vedere, ci sono i colori vivaci come il rosso, il verde e l' effetto metallizzato delle alici......
Ma se penso ad altri piatti, questa volta non miei, mi vengono in mente nomi straordinari, che spiegano molto bene il potere suggestivo della parola.
"Note di zenzero dal deserto marocchino", " Ricordi di un passato im-bufalito" " sogno di un oriente mai visto" sono solo alcuni tra i bizzarri nomi che nel corso delle mie peregrinazioni enogastronomiche ho incontrato.
E voi? Quali nomi curiosi di ricette conoscete?
Per fonti e ispirazioni gastronomiche, vedi il link in alto a dx
www.ilgastronauta.it
www.dissapore.com
Simone Ariot