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lunedì 8 febbraio 2010

Scuola e media: ci siamo anche noi.



In principio fu il maestro Manzi: era il 1960 e con la trasmissione televisiva "Non è mai troppo tardi" ha insegnato a più di un milione e mezzo di italiani a leggere e scrivere. Innovativo sperimentatore della didattica a distanza, ha creduto in un nuovo strumento che alcuni vedevano ancora come il Diavolo fattosi macchina. Probabilmente è stata una delle prime occasioni in cui l'insegnamento è uscito silenzioso dalle pagine di romanzi come Cuore e Pinocchio ed è entrato nemmeno troppo in punta di piedi nella scatola grigia destinata a diventare di lì a poco l'elettrodomestico preferito da milioni di italiani, e non solo.
Da quel momento in poi la scuola farà la sua comparsa nel grande e piccolo schermo mostrando un quadretto non sempre corrispondente alla realtà e contribuendo a costruire la forma stereotipata di diversi tipi umani presenti nel mondo della scuola. Dall' insegnante frustrato del "Maestro di Vigevano" con un sofferto Alberto Sordi, al pluriripetente Chicco Lazzaretti dei "Ragazzi della terza c", talmente affezionato alla scuola da risultare sconvolto il giorno del superamento dell' esame di maturità. Non solo ruoli comici, oltreoceano film come "L' attimo fuggente"( 1989) hanno fatto sognare a generazioni di adolescenti di incontrare un insegnante carismatico e anticonformista come il professor Keating che liberava i suoi scolari dalla morsa delle aspirazioni/imposizioni familiari, o come Mel Gibson ne "L'uomo senza volto" (1993). Tornando in Italia, dobbiamo a Daniele Lucchetti e ancor di più all' autore dei romanzi che l' hanno ispirato, Domenico Starnone, il film che meglio ha raccontato la realtà anacronistica, spesso incoerente, della scuola italiana nell'onomimo "La scuola" (1995)a cui seguirà senza ottenere lo stesso successo "Auguri Professore" con lo stesso e magnifico Silvio Orlando da molti ricordato come il migliore attore-professore del cinema italiano.
Ma vi sono anche sceneggiati (telefilm) per la tv come "Sei forte maestro" con Emilio Solfrizzi o "Caro maestro" con Marco Columbro, questa volta ambientati nelle scuole elementari, o veri e propri quiz televisivi ( "per un pugno di libri") dove si testano le conoscenze letterarie di classi a confronto capitanate da un rappresentante e guidate nel percorso di gara da Neri Marcoré e Piero Dorfless. Non dimentichiamo infine, in ordine di tempo, "Mtv school in action", un programma della popolar rete televisiva tanto amata dai teen agers in cui si organizzavano spettacoli musicali all' interno delle scuole ( 2005-2007)e, per citare la radio, l' appuntamento del sabato mattino di Radio24 "Obbligo di frequenza".
Poi di scuola se ne parla al telegiornale soprattutto per vicende che sarebbe meglio non sentire di cui spesso ci chiediamo il senso ( bambini disabili picchiati, bulli allo stato brado, professori impazziti)ma mai una volta che se ne parli per raccontare quanto di buono o comunque interessante si riesca a realizzare dentro la scuola. Bene, dobbiamo fare ammenda e smentire questo luogo comune secondo il quale la scuola non interessa i media, perchè abbiamo appena scoperto che è vero il contrario.
Venerdì 5 Febbraio la trasmissione "Ti racconto un libro" (della rete Iris del digitale terrestre di Mediaset) ha inviato una troupe per registrare un' intera puntata proprio qui da noi, nella 2AST del liceo scientifico Quadri di Vicenza. Incuriositi da questo metodo che vede i blog protagonisti della didattica si sono spinti in terra vicentina per documentare una lezione tipo ( 50% d' aula, 50% di laboratorio) e intervistare il sottoscritto e gli studenti che stoicamente sono restati a scuola al pomeriggio nonostante non fosse orario di lezione. ( Chapeau). Già, perchè se tra chi ci segue regolarmente ( mi riferisco ad esempio ai silenziosi amici di Bomba, Chieti e giù di lì)qualcuno si fosse chiesto da dove salta fuori questo blog e quelli ad esso collegati, possiamo rispondere che si tratta di un esperimento autonomo di didattica che chi scrive e la sua classe stanno portando avanti da alcuni mesi. Forse, per capire meglio, potreste leggere l' articolo che lo stesso Venerdì 5 febbraio il Giornale di vicenza ha pubblicato, probabilmente mosso dallo stupore suscitato dal saper essere in città un' importante rete televisiva di Mediaset. Bene, una puntata televisiva e un articolo in un solo giorno, entrambi utili a far comprendere anche a chi non fa parte del progetto le caratteristiche e le peculiarità di un percorso che stanno garantendo sempre maggiori soddisfazioni e che stanno avvicinando sempre più alla lettura e alla scittura chi prima poteva definirsi lontano.
Non appena la puntata sarà uscita dalla sala di montaggio posterò il link e il filmato, e a quel punto tutto apparirà molto più chiaro.

Simone Ariot

6 commenti:

  1. Appena ho letto questo post mi sono rivisto davanti alle telecamere della troupe Mediaset, con una certa eccitazione e, devo ammetterlo, un po’ di fifa dato che per noi, per tutta la classe, è stata un’ esperienza nuova e significativa. Quando all’inizio dell’anno scolastico il professore entrò in classe e ci descrisse questa creativa iniziativa non credevo che avrebbe avuto un tale successo.
    In principio era una nuova esperienza e noi, pieni di entusiasmo, abbiamo accolto a braccia aperte questa iniziativa, in seguito però e anche tuttora ci rendiamo conto che non è affatto una cosa semplice e scontata. Immaginate di essere praticamente sempre sotto esame perché ogni racconto da noi scritto è un tema, un tema che racchiude molte più informazioni di quanto non si creda, ma che dico un tema si fa in 2 ore, e se si può trovare la scusa del tempo che era scarso o… ‘vattelapesca’ ( per chiunque abbia letto il giovane Holden sarà facile capire) per i nostri racconti brevi non è affatto così. Nonostante questo il lavoro prosegue e bene anche grazie a questi ‘incentivi esterni’ che ti gratificano notevolmente.

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  2. Il blog è davvero interessante. Complimenti!
    La voce verbale "fu", però, si scrive senza accento... Se mai, quel povero accento si può far cadere sopra il "di lì a poco" di qualche riga successiva....

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  3. Grazie, hai ragione, ho subito corretto.
    Talvolta anche noi professori, sbagliamo.
    Dimostrazione che siamo umani!!!!!
    ciao

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  4. Beh un altro esempio di come la "scuola" possa entrare nei media, oltre a quelli da lei riportati, potrebbe essere il programma televisivo a quiz "Sei più bravo di un ragazzino di 5a?" condotto da Massimiliano Ossini, primo game-show trasmesso da Sky precisamente su Sky Uno (ex Sky Vivo), dove degli adulti devono rispondere ad una serie di domande pertinenti ad argomenti studiati nell'arco dei cinque anni della scuola elementare, aiutati da degli sveglissimi alunni di quinta... e vi giuro che ci sono dei concorrenti che non ricordano neanche come si calcola l'area di un trapezio, nemmeno per ragionamento... e il bello è che sono anche ingegneri alcuni!!! Comunque penso che questo sia un caso simile al nostro, ovvero una rete privata che si interessa alla scuola per ciò che dovrebbe fare, ovvero istruire le nuove generazioni, e non per gli svariati scandali...
    Adesso che le sintonizzazioni aumenteranno avremo ancora più responsabiità sulle nostre povere spalle, però dai, fa anche piacere essere un po' "famosi"!!!
    Luca Mattarolo

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  5. Quando citava i vari film non so perchè ma mi è venuto in mente 'School Of Rock' (bellissimo film anche se un pò strampalato).

    Pensando ad altre trasmissioni mi viene in mente Genius (pace al mitico mike)dove dei ragazzi facevano vedere la loro saccenza.

    Ritornando a parlare della nostra ripresa (io ero assente) posso dire che (a mia immaginazione) deve essere stato proprio interessante. Voglio dire, una troup mica la vedi tutti i giorni! E poi ci ha messo in luce, gli unici ragazzi che fanno questo programma!! Mitico!
    Samuele Saggiorato :D

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  6. Raramente vengono attribuiti aggettivi positivi alla scuola italiana. Riconoscere i problemi dovrebbe aiutare il miglioramento e invece sentiamo solo critiche, davvero demoralizzante.
    Questa volta non sarà così! Finalmente dal piccolo schermo e sentiremo parole positive! Nuovi metodi di studio, ci sarà stupore! Sono davvero contenta.

    Marta Iselle

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