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sabato 21 novembre 2009

Baaria: una piccola, grande storia italiana.



Vi sono film in grado di trasmettere sensazioni difficili da dimenticare, emozioni che si trasferiscono in colori e suoni che riportano il messaggio indipendentemente dalla presenza di volti noti tra gli attori o storie surreali nella trama. Possono essere esempi di piccole produzioni indipendenti o tentativi coraggiosi di esplorare generi e linguaggi poco frequentati, sta di fatto che, soprattutto nel vecchio continente, sia difficile trovare positivi riscontri critici nei confronti dei kolossal multimilionari, probabilmente per la pressochè totale assenza del genere nella dimensione del cinema europeo. Fino al momento in cui un regista schivo e appassionato non decida di cimentarsi ed impegnarsi anima e corpo nella realizzazione di un film tanto semplice nella progettazione quanto complesso nella realizzazione. Giuseppe Tornatore evolve la dimensione autobiografica di "Nuovo cinema Paradiso" con un film che lo ricorda ma allo stesso tempo lo supera. Il più costoso film italiano di tutti i tempi ricostruisce filologicamente, alla perfezione, un paese scomparso e sepolto dai ricordi, una Sicilia in trasformazione che viaggia fra i contrasti del meridione italiano driblando fra spinta all' innovazione ed attaccamento alla tradizione, dalle manifeste adesioni ad uno spirito di sacralità familiare alla volontà di ribellarsi alle imposizioni matriarcali. In Baaria si racconta una storia semplice, senza colpi di scena, una storia che potrebbe essere di tutti noi. Ma la si racconta con la forza del ricordo, con il sacrificio della pazienza, con la passione del frutto della fatica, attravreso una filologica ricostruzione di ambienti, costumi, dialoghi,musiche, tecnologie mai visti prima in un film italiano.
Non è semplice vedere ed apprezzare Baaria, un film per tutti se ci si ferma al primo livello di analisi (quello che ci porterà a dire " Film ben fatto"),ma allo stesso tempo film che diventa per pochi se si vuole entrare nel dettaglio della comprensione degli infiniti e continui riferimenti culturali disseminati nelle quasi tre ore di proiezione....
Dalle citazioni della strage di Portello della Ginestra ai nomi ( veri) dei sindacalisti ammazzati dalla Mafia. Dai versi dell' Orlando furioso cantati nei fienili dai cantari, ai detti siciliani ancora in uso nei paesini più isolati. Un insieme infinito di elementi che chi ha viaggiato con gli occhi aperti in Sicilia non può non notare, un insieme di testi e contesti che sprigionano malinconia da ogni dove.
Tornatore è un po' questo, un trionfo di riferimenti malinconici letti in chiave moderna, dalla parte di chi è consapevole che anche una storia normale, se aiutata dal contesto, può diventare una grande storia.
Simone Ariot

7 commenti:

  1. Scusi prof, ma cosa intende per "riferimenti malinconici letti in chiave moderna"? Se, da quel che ho capito, in questo film si raccontano storie di vita di un paesino della Sicilia in un contesto di alcuni anni fa, non si dovrebbe alterarne la forma e presentarlo come appariva nell'epoca in cui è ambientato, a meno che io non fraintenda le sue parole, ovviamente.
    Gian Marco

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  2. Ciao Gian Marco, forse mi sono espresso in modo non troppo comprensibile.
    Il film racconta la storia di una famiglia siciliana tra il fascismo e i primi anni 80.
    Una sorta di viaggio nel tempo seguendo sempre il protagonista principale, un ragazzino che come lavoro deve vendere il latte della sua mucca e che nel tempo si lascia colpire dalla passione politica e si impegna in lotte sociali per il progresso della sua terra.
    I riferimenti sono malinconici perchè parlano di un passato che non c'è più, che in parte di vorrebbe tornasse in parte invece si capisce sia meglio che se ne sia andato, letti in chiave moderna perchè Tornatore ( il regista), usa le più moderne e migliori tecniche di regia per dimostrare tutto ciò. E' proprio grazie a queste chiavi moderne che si possono valorizzare i riferimenti e gli elementi del passato.
    Spero ora di essere stato più chiaro, anche se il modo mifliore per capire quello che ho detto sarebbe guardare il film.

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  3. Personalmente parlando non ho mai apprezzato la filmografia italiana. Sarà per la presenza di film comici di originalità scarsa e di divertimento per me dubbio.
    Certo esistono eccezioni come Fascisti su Marte, una rivisitazione ironica delle imprese coloniali fasciste, con prodi soldati fascisti che combattono contro dei sassi.
    Non ho visto Baaria ma ammetto che il film non mi ispiri un'incontenibile voglia di vederlo per quanto Tornatore possa essere definito un genio del cinema.

    Alberto Corato

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  4. Da quanto ho capito Baaria è un film che vuole rappresentare un passaggio,e quindi come tutti i passaggi non si è sicuri a cosa si va incontro.Penso allora che la trama sia azzeccata, in quanto nella vita ci sono molti passaggi, non solo il tempo, ma anche la mentalità della stessa persona nel corso del tempo può tornare indietro sui propri passi,come continuare ad evolvere.Il film non l'ho visto, però da quello che ho sentito dire(e il suo post me lo conferma)è un film profondo per il quale non basta vederlo solo una volta per capirlo, ma bisogna cercare di andare oltre alla superficialità che spesso si nota di più nella prima visione del film.Siccome a me interessano questi"cambiamenti" credo proprio che cercherò di procurarmelo e guardarmelo.

    Matteo Lazzari

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  5. Personalmente mi capita spesso di lasciare film a metà perciò, in questo caso, di film di Tornatore non ricordo gran molto. Ho visto una parte della "leggenda del pianista sull'oceano" e devo dire che a prima vista mi è sembrato molto complesso e interessante. Da quello che ho capito, Baaria è soprattutto un film di riflessione in cui si mescola passato e futuro. Mi è stato detto che vale la pena guardarlo, quindi anche io, come Matteo spero di riuscire al più presto a procurarmelo.:)
    Giulia

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  6. Con baaria da quel che ho capito c'e un ritorno alla sicilia d'altri tempi, una Sicilia oramai scomparsa, credo questo film sia molto interessante, sebbene non l'abbia visto, perchè mette in luce una parte dell'Italia scomparsa. La scelta di Tornatore di far vedere questa faccia della Sicilia mi sembra molto azzeccata in quanto parla di un argomento interessante e quello che fa vedere è nuovo, innovativo, non è come i molti film che vediamo normalmente in tv che ripercorrono la scia di altri grandi successi, e quindi che sono temi non dico "copiati" ma sviluppati sulla traccia di altri registi. In poche parole secondo me il tema di Baaria non è il solito oggetto già visto e rivisto tante altre volte ma è qualcosa di nuovo e allo stesso tempo interessante e riflessivo.

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  7. Mi è venuto in mente Oliver Twist appena ho visto l'immagine .Sinceramente Baaria è un film che non guarderei mai, la trama non mi stizza e i film di questo genere non mi sono mai piaciuti. Samuele Saggiorato

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