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lunedì 22 novembre 2010

C'era una volta un mito


Gandhi, Martin Luther king, Che Guevara, Madre Teresa, Fabrizio De Andrè, Cary Grant, Gorbaciov, Carl Lewis, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Peppino Impastato e il rivoltoso sconosciuto di piazza Tiananmen. Cosa sono? Icone.
Volti che rappresentano ideali, simboli di una vita spesa per difendere un valore, un sogno, una speranza. "I have a dream" ripeteva il 28 agosto 1963 il pastore protestante, attivista per i diritti umani e politico americano Martin Luther King. Lo ripeteva in modo scandito e ricorsivo, fermo su un tono alto di voce e dopo pochi giorni ( in un mondo senza internet) i giovani di tutto il mondo ripetevano a voce alta “I Have a dream”. Da quel giorno sognare è diventato più civile e più sociale, è diventato un sogno collettivo ( forse Inception ha preso spunto da qui?) e ha colpito dritto dritto al cuore di mezzo mondo. I volti di questi uomini e donne sono associati a battaglie, ad ingiustizie vissute sulla propria pelle e alla tenacia per combattere anche quando i risultati dei propri combattimenti non riguardavano se stessi ma gli altri, i deboli. Questi volti sono comparsi un po’ alla volta nella storia, ma ogni epoca ha avuto il proprio. Ogni camera di ogni studente ha avuto un’icona positiva e sognatrice appesa al muro, a dare il benvenuto.

Oggi, nell’epoca del nichilismo divagante, delle veline e dei calciatori tatuati, delle lauree honoris causa regalate ai motociclisti o dei pareri filosofici richiesti ai tronisti, le icone sono morte. Difficile trovarne, difficile capire chi possa rappresentare un modello positivo vero, che non caschi nel dimenticatoio come i pantaloni a vita bassa o le spalline imbottite.

Oggi, tra viventi e contemporanei, chi sono i miti? Chi rimarrà nel tempo? Chi è un modello per chi vuole ancora avere un sogno, per chi ancora lo cerca, per chi aspetta uno stimolo?

Commentate e rispondete pure, aspetto d'essere illuminato.

Simone Ariot

4 commenti:

  1. ok, ma quindi miti viventi di oggi non ne esistono?
    p.s Appartaid, non Aborgade

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  2. Recentemente il mio professore di religione ha fatto assistere la mia classe alla proiezione del film “ Il colore della libertà” di Bille August, la storia di un carcerato ed il suo carceriere: Nelson Mandela e, meno noto, James Gregory. Una vicenda affascinante, una vicenda che insegna. Quanti uomini ci sono e ci saranno come il grande Mandela? Quanti uomini capaci di rinunciare ai piaceri e alla famiglia per lottare fino al raggiungimento della libertà del proprio popolo?
    Queste icone dalla determinazione disarmante hanno sacrificato la loro vita per quella degli altri, il loro “io” per permettere il “voi”. Persone che hanno lottato fino alla morte pur di cambiare il sistema, pur di fare la loro parte nella comunità. Dovrebbe essere così: tutti che combattono, naturalmente parlo di una guerra non violenta, al fine di migliorare il mondo in cui vivono. Sebbene le parole siano sulla bocca di tutti, i fatti ancora non si vedono in questa società “troppo impegnata” per occuparsi degli altri, questo sistema individualista al quale sembriamo esserci abituati. Purtroppo. Nessuno che dice la propria opinione, nessuno che si alza in piedi e grida “ BASTA”, nessuno con la voglia di cambiare. Mi chiedo se qualcuno, ancora , abbia un sogno.
    É troppo difficile, è inimmaginabile, progettare la propria vita in funzione del prossimo, perché, quando lo si fa, è necessario girare sotto scorta. La propria libertà è negata e non si sa se qualche ora più tardi si potrà ancora respirare. Gli adulti insegnano ai bambini a dire la verità senza immaginare che, se nasce un mito, quella stessa verità che gli è stata insegnata sarà il suo invito alla tomba. In questo mondo, infatti, troppo spesso vincono i cattivi e i buoni sono sempre meno.
    Proprio per questo è difficile rispondere alla domanda “ Chi sono i miti di oggi?”. Il primo- e unico?- che mi viene in mente è Saviano: un eroe, una leggenda, un nome che resterà impresso nelle pagine della storia italiana e, forse, mondiale.

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  3. p.s: pressa poco....35 anni. Pressapoco tutto attaccato.

    MA QUINDI, QUESTI NOMI? VI VIENE IN MENTE SOLO SAVIANO

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  4. Gandhi, Mandela, Cary Grant ecc senz’altro grandi miti ma per me solo sulla carta. Ma ci sono miti che un ragazzo come me ha vissuto in maniera più diretta? Il primo mito che mi viene in mente, forse anche perché mia mamma come medico me ne parla spesso ed è per lei punto di riferimento, è Rita Levi Montalcini. A parte che è già un mito per il solo fatto di avere cento anni ed essere ancora lucida e attiva, è stata una donna veramente eccezionale: si è laureata in medicina in anni dove questo era quasi impossibile per una donna, ha iniziato le sue ricerche che la porteranno poi al premio Nobel nel garage di casa, e negli anni della guerra , ricordiamo che lei era ebrea, ha fatto il medico militare a Firenze. Poi ha continuato le sue ricerche all’estero diventando cattedratica all’università di Saint Louis ma non ha mai dimenticato l’Italia, ha sempre seguito anche le ricerche nel nostro paese dove poi è ritornata. E’ stata attiva anche nella sfera politica e sociale come la campagna contro le mine anti-uomo, ha istituito una fondazione rivolta ai giovani e in particolare alle studentesse africane per creare dei leader nella vita scientifica e sociale del loro paese.
    E come non citare Papa Wojtila che ha stravolto l’immagine che fino a quel momento ognuno aveva del Papa: ha viaggiato ovunque ed è entrato in contatto con molte fedi diverse, senza mai cessare di ricercare con esse un dialogo comune. Inoltre ha saputo coinvolgere i giovani. Icona indiscussa cinematografica è Roberto Benigni che nel 1999 ha vinto l’Oscar con il film-denuncia sugli orrori dei campi di concentramento “La vita è bella”. Ma in realtà non è solo attore, regista, sceneggiatore , ma molto di più. I suoi interventi nei programmi televisivi sono sempre seguitissimi e non mancano di suscitare emozioni e anche molte polemiche (come ad esempio recentemente nella trasmissione “Vieni via con me”). Infine una citazione doverosa al re del pop Michael Jackson, cantante che ha saputo creare uno stile e un modo di vivere completamente suo.
    La sua mitica moonwalk è imitata oggi da moltissimi ragazzi.
    PS: consentitemi, come battuta finale, un mito certamente “leggero” rispetto a quelli sopra citati ma che, nella notte stellata di Madrid del 22 maggio 2010 (io c’ero!!) ha mandato in estasi milioni di tifosi: Diego Milito :)

    Riccardo Vinci 2Ds

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