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mercoledì 13 gennaio 2010

Creativamente ozioso



Ore 23:10. Sono appena rincasato dopo le mie solite 15 ore di lavoro, d' altra parte ero uscito di casa alle 8 del mattino. Ho fatto lezione, un consiglio di classe, risposto a una ventina di mail e spedite altrettante, ho letto 3 racconti dei miei studenti e una quindicina di recensioni, poi ho impostato le lezioni di domani. Ho parlato di letteratura con una collega e presentato alcune idee al preside. Mi sono trovato con un amico all'ora dell' aperitivo per parlare di una questione di lavoro ma poi abbiamo incontrato x e da li è nata l' idea per un nuovo evento da organizzare. Poi, a cena con y, abbiamo discusso di come usare i social network nei business e in quel momento ricevo un sms da k che mi segnala una richiesta di consulenza pervenuta da una società che opera nel settore del turismo. Guardando la bottiglia d' acqua che avevo davanti noto una parola che corrispondeva al titolo della poesia spiegata in classe e collegandola al turismo ho un' illuminazione. Quelle poche parole erano perfette per il testo della pubblicità che devo consegnare tra pochi giorni. Torno a casa e mi rimetto al pc, controllo l' ultima posta e approfondisco alcuni fatti che m' interessano.

Scusate, ma oggi ho lavorato o mi sono divertito?

Togliamo quelle 4 ore di lezione e l' ora del consiglio di classe per le quali la mia presenza era obbligatoria e ne rimangono comunque 10. Si trattava di lavoro o di divertimento? Di cose importanti o futili?
Un tempo i latini ( e vedete che ritorna sempre il mio primo lavoro d' insegnante) parlavano di due realtà molto lontane: Otium e negotium.
La prima era un' attività dedicata all' arricchimento culturale, allo studio, a ciò che comporta un' evoluzione spirituale e disinteressata dell' animo: leggere, disegnare, dedicarsi alle arti, parlare di argomenti colti con amici.
Con il termine negotium, al contrario, si indicavano le attività finalizzate all' arricchimento in senso economico ( da qui il concetto di negozio come luogo fisico in cui si vende), dando per scontato che queste fossero incompatibili con una dimensione culturale. Nel corso dei secoli il concetto di otium ha assunto un' accezione negativa, quasi di perdita di tempo, di svacco ("smettila di oziare in quel divano!!")arrivando all' idea che le sole cose serie fossero quelle che portano un'arricchimento sul piano monetario.
Ora si assiste a una rivalutazione del concetto originale di otium con un' aggiunta che non fa certo male, soprattutto in tempi di crisi come questi in cui si avverte uno straordinario bisogno di creatività. Potrebbe sembrare un ossimoro ma l' ozio creativo, teorizzato dal sociologo Domenico De Masi, è proprio la condizione in cui mi sono trovato oggi. E' un lavorare divertendosi, facendo ciò che si ama e che non pesa. E' una realtà in cui i confini tra il lavorare, sperimentare, giocare e comunicare si confondono e si lascia libero spazio a quella creatività che di fatto è soprattutto fantasia.
In tempi in cui dei noiosi e ripetitivi lavori della produzione se ne occupano le macchine, all' uomo non rimane che farsi venire un'idea e trovare le soluzioni per realizzarla, possibilmente seguendo una strada nuova e non percorsa da tutti. E' proprio in questi momenti che realtà appartenenti a mondi solo in apparenza lontani entrano in comunicazione. E' in momenti come questi che un poeta dell' 800 torna utile al pubblicitario del 2010, o che viceversa un blog nato per una comunicazione non formale diventa strumento didattico destinato a giovani liceali. E' trovare in tanti link, infiniti, un collegamento comune, dovendosi preoccupare delle scelte.
E uno studente......, come può trasformare il suo studio in uno studio ozioso ( in senso latino) e creativo?


Simone Ariot

14 commenti:

  1. Il concetto di otium ha assunto un' accezione negativa grazie alla società in cui viviamo oggi dove la legge fondamentale è: "il tempo è denaro". L'intero mondo si basa solo ed esclusivamente su questa regola! E' molto difficile arrivare alla condizione di ozio creativo. Senza dubbio è una cosa molto bella, però per arrivare a questo bisogna per un'attimo guardare oltre l'idea che le sole cose importanti sono quelle che portano un'arricchimento sul piano monetario. Oggi giorno è praticamente impossibile farlo. Sono molto poche le persone che ci riescono! La comunità ci induce ad essere molto, troppo legati ai soldi! Essi sono diventati il punto di rifferimento di questa socità! Essa è basata sui soldi! Basta prendere in mano un dizionario per rendersene conto! Se cerchiamo la voce “classe sociale” troviamo scritto: “è la strutturazione gerarchica di uno strato della popolazione in un sufficientemente omogeneo raggruppamento, vuoi ECONOMICO che culturale”. Oppure pensiamo alla nota definizione di classe sociale marxiana intendente per classe un insieme di individui che hanno lo stesso rapporto con i mezzi di produzione. Da queste definizioni possiamo capire che la nostra vita è completamente condizionata dai soldi! E allora io mi chiedo: ma come facciamo a guardare oltre?

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  2. Penso che l'ozio creativo da lei citato sia fondamentale ai giorni nostri, in quanto credo che fare un lavoro che non piace e che non dia soddisfazioni sia stressante e doppiamente faticoso. Per quanto le macchine siano utili nella produzioni, non potranno mai arrivare ad avere "l'idea geniale".
    Collegandomi al suo discorso di questa mattina (che per molte parti ho condiviso), noi del tecnologico non siamo SOLO macchinette che dando loro un input restituiscono l'output desiderato, almeno io non voglio essere così automatizzato. Certo è fondamentale apprendere la maggior parte delle nozioni che i professori pretendono che impariamo, ma senza creatività più di tanto non servono.
    Io sono ancora indeciso sul mio futuro nel mondo del lavoro, inizialmente mi piaceva l'idea di diventare architetto (che è ancora quella dominante): per quanto poco questa professione richiede anch'essa un minimo di fantasia, oltre alle conoscenze tecniche, per ad esempio progettare una villa moderna, un'intera lotizzazione... altrimenti le abitazioni sarebbero tutte uguali! Qui saranno le idee migliori, dove la bellezza estetica sarà raggiunta a bassi prezzi e soprattutto garantendo stabilità e sicurezza all'edificio, che prevarranno su altre mediocri (sperando nella regolarità dei concorsi pubblici...); e se anche le cose non stessero così, comunque non penso che riuscirei a disegnare una casa senza metterci qualcosa di mio e divertirmi relativamente.
    L'ozio creativo è fondamentale sia nel lavoro che nella scuola: riuscire a risolvere un problema di geometria apparentemente impossibile, realizzare un disegno tecnico stilisticamente quasi perfetto, correggere un racconto di cui andare fieri... sono tutte cose che mi rallegrano. In questa maniera il peso dello studio è minore e a volte talmente leggero da essere trascurabile. La creatività non centra tanto, è vero, ma penso che anche applicare nella giusta maniera le proprie conoscenze per raggiungere un obiettivo senza che nessuno ti "porti per mano" possa definirsi ozio creativo.
    Luca Mattarolo

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  3. Il proprio lavoro , nella gran parte dei casi,dovrebbe essere prevalentemente composto da ozio creativo; dopotutto, un lavoro si sceglie in base a quello che piace, paradossalmente al ruolo degli studenti. Basti pensare alle materie che ci piacciono, con le quali siamo stimolati a stare attenti ed imparare di più. Certo che, se a qualcuno non piace il proprio lavoro, magari lo può fare odiare anche agli altri. Comunque sia, oziare creativamente fa anche bene alla salute e al proprio rendimento. Però, al giorno d'oggi, molti lavori necessitano di lauree (intendo i più importanti) anche perchè non credo che a sudare sette camicie in fabbrica ci sia un grande divertimento! il contrario dell'ozio creativo!!
    E chi ha ruoli meno agiati di noi, che possiamo studiare e ambire a ruoli più alti, spesso pensa: magari potessi io lavorare divertendomi.
    Samuele Saggiorato

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  4. L'ozio creativo penso sia la situazione in cui tutti vorrebero trovarsi: lavorare non perché si è obbligati, ma perché si trova piacevole farlo è la più grande fortuna che si può avere. Infondo il lavoro, o per noi studenti lo studio, è la parte predominante della vita di una persona.
    Anche se trovare lo studio divertente non è cosa facile: per non dover imparare tutto come un automa, come detto da luca, ma riuscire ad apprendere per la sempilce curiosità di sapere come stanno le cose, bisogna sapere molto bene cosa si vuole.
    Tutto quindi dipende dalla scelta della persona: frequentare una liceo piuttosto che un tecnico o lavorare (sempre che si riesca a trovar lavoro) in banca piuttosto che essere avvocati.
    Le nostre scelte sono le uniche cose dalle quali dipende il nostro ozio creativo.

    Federica Magnabosco

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  5. Penso che ognuno di noi sia responsabile della condizione in cui si trova. Certo, non sempre tutto può essere così piacevole ma sicuramente può divenire meno pesante se in fondo proviamo del piacere e dell'interesse nel farlo. Venire a scuola può sembrare davvero impossibile e, forse, in certi giorni, ci si chiede anche che senso abbia, ma proviamo a guardare l'altra faccia della medaglia: se ce ne stassimo a casa tutto il giorno la nostra vita sarebbe veramente una noia mortale...Forse la scuola è generalmente odiata per come è impostata: in molti (me compresa) si sentono come degli oggetti messi lì a lavorare per ottenere un voto che sembra doverci cambiare la vita...Molto spesso non si viene valutati come persone, ma soltanto per quello che si riesce a scrivere in un foglio di carta. Vivere in una condizione di ozio creativo dipende senza dubbio dalla consapevolezza delle nostre scelte ma anche dalle persone con cui ci troviamo a lavorare tutti i giorni.
    Alessia Zaroccolo

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  6. Io penso che l'ozio creativo sia sicuramente determinato da più caratteristiche.
    Come dice Federica è necessario che si sappia con certezza quello che si sta facendo e perchè questo possa accadere è necessario avere una motivazione.
    Questa ci spinge a raggiungere un obbiettivo e ci fa lavorare senza nemmeno farci pesare quello che stiamo facendo.
    È importante però anche l'aspetto psicologico, per cui, se una cosa ci viene imposta è vissuta come una cosa non nostra e non scelta da noi, con la conseguenza che verrà fatta malvolentieri.
    Per raggiungere l'ozio creativo bisogna vivere sapendo quello che si vuole, quindi con una motivazione e facendo scelte autonome, in questo modo ci si rende molto più liberi nel pensiero e nelle azioni.

    Lombarda Diego

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  7. Premettendo che sono d'accordo con tutti i commenti precedenti, credo che l'ozio creativo sia alla base di tutti i lavori o i mestieri che si decidono di fare nella vita. Che senso ha svolgere un lavoro che non ti piace? Certo, puoi sempre fartelo piacere con qualche espediente, ma se si è obbligati a fare quel lavoro penso sia difficile per quella persona adattarsi per eseguirlo al meglio. Per esempio, c'è una bella differenza tra l'ambire a diventare ricercatore se poi ti ritrovi a fare il cameriere in un bar! Capita anche a me delle volte chiedermi: ma perchè stò studiando una materia che non mi piace? Sò che è difficile, ma l' ozio creativo bisogna crearselo, altrimenti tutto quello per cui stai lavorando e faticando non ha un senso e non ti regarelà mai soddisfazioni.

    Alessandro Bregalda

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  8. Bene ragazzi vedo che questa riflessione vi ha fatto pensare. Credo però dobbiate considerare una questione relativamente al lavoro. Purtroppo non si tratta sempre di poter scegliere, molto spesso ci si deve adattare e sempre più frequentemente "scegliere" un lavoro è un lusso per il quale non basta semplicemente l' essere stato un bravo studente o avere forza di volontà.
    Come diceva Alessandro, se uno vuole fare il ricercatore e poi si trova a fare il cameriere è ovvio che sia insoddisfatto. Ma non essere diventato ricercatore non dipenderà solo da lui, ma anche ad esempio dal fatto che sono stati bloccati i concorsi per accedervi.

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  9. Prima cosa. Può esistere l'ozio creativo quando l'unica cosa che ormai conta sono i voti?
    Non penso proprio.
    Mi è stato dimostrato oggi a scuola, durante un "litigio" con un professore. Mi convinco sempre di più, che ormai non conta più nulla ciò che si è, essere valutati anche come persone è impossibile. Ci ritroviamo a lottare per un voto. L'unica cosa che conta è il rendimento.
    Possiamo scordarlo l'ozio creativo, almeno noi studenti del quadri. Tutto il contesto è stato creato a puntino per farci lavorare come automi. Lo svago non esiste nel dizionario della maggior parte dei professori. Io personalmente trovo molto realizzante sapere di sapere, capire di essere comunque in grado di applicarmi in qualcosa, ma a quanto pare gli adulti riescono a demoralizzarmi in qualsiasi situazione.
    Tutto questo è assurdo.

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  10. Fantastico Post Idro...

    Tra le tue righe posso estrapolare un concetto in cui credo fermamente: la creatività è saper collegare cose che già esistono e creare quindi qualcosa di nuovo, che prima era sotto gli occhi di tutti ma che nessuno in realtà era stato in grado di vedere...

    Sono convinto che l'ozio sia uno dei momenti migliori in cui si è in grado di creare queste connessioni "magiche"...

    Um abraco do Brasil!

    Nino

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  11. Grande Idro!

    E' dovere distinguere tra otium e pigrizia. Probabilmente, tutti coloro che nei secoli hanno conferito un senso negativo al primo ne ignoravano la distinzione con la seconda.
    Oziamo (creativamente) quanto più possibile e agiamo più velocemente di tutti gli altri.

    Un abbraccio.

    Pier

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  12. Ricollegandomi all'ultima domanda da lei proposta vorrei dire che non è affatto facile collegare l'ozium con lo studio. Infatti quello di cui sono convinto è che la maggior parte degli studenti non usi lo studio come strumento di arricchimento culturale( quello che teoricamente dovrebbe essere), ma solo il modo per riuscire a prendere un buon voto che assicurerà loro un lavoro e probabilmente una solida situazione finanziaria. Detto questo, sono convinto che se noi studenti(io per primo) vedessimo questa possibilità che ci dà la scuola di crescere e maturare attraverso lo studio, probabilmente aumenterebbero proporzionalmente le conoscenze e ,allo stesso tempo, anche i voti pper i quali lottiamo così tanto.
    Matteo Lazzari

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  13. Parola sagge Matteo. E' importante studiare per conoscere e capire, non per il voto. ANche perchè. e di questo è bene abituarsi fin dal principio, siamo in Italia. Un buon voto in Italia non serve né per trovare un buon lavoro, né per arricchirsi maggiormente. Anzi.
    Quindi si deve studiare disinteressatamente.

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